Il capogruppo dei Progressisti in Consiglio regionale, Francesco Agus, porta all’attenzione alcune considerazioni. Sul fronte vaccini, il consigliere pensa che “oggi, probabilmente senza essercene resi conto, abbiamo mandato a sbattere contro un muro la campagna di vaccinazione. L’effetto della sospensione decisa dall’Aifa dal punto di vista comunicativo non sarà recuperabile. Giovedì, quando con tutta probabilità verrà autorizzata la ripresa delle somministrazioni, buona parte della popolazione vedrà il vaccino peggio dell’olio di palma (e per lo stesso motivo)”.

Proprio oggi l’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ha confermato che entro il mese di marzo sono attese 136.400 dosi di vaccino in Sardegna e tra queste sono comprese anche 58.100 fiale di AstraZeneca (17.400 in arrivo tra il 15 e il 20, 15.900 tra il 22 e il 27, 24.800 il 29), il farmaco per il momento non somministrabile in Italia.

Il capogruppo dei Progressisti commenta anche la mancata presa di posizione contraria della Regione Sardegna sugli spostamenti verso le seconde case: “La Sardegna zona bianca descritta in maniera pittoresca e ridicola dai quotidiani nazionali è solo una situazione di emergenza con i ristoranti aperti. L’epidemia è in corso anche nell’Isola, seppur con numeri meno preoccupanti. Ma ancora non è finita. Negli ultimi giorni abbiamo avuto sempre dai 70 ai 100 positivi. A 120 casi al giorno scatta la zona gialla, sempre che esista ancora. Ci sono 27 ricoverati in terapia intensiva. A 51 (il 30% dei 172 posti a disposizione) scatta la zona arancione. Aprire le gabbie ora è una follia”.

“Invece la Sardegna – continua Agus - ha deciso, probabilmente senza essersene resa conto, di uscire dalla zona bianca. I presidenti delle Regioni Val d’Aosta e Campania hanno protestato con forza contro gli ingressi dalle zone rosse per i proprietari di seconde case. La Sardegna, inspiegabilmente, no. Se appena il 5% dei proprietari di seconde case decidesse di raggiungere l’Isola con la propria famiglia in pochi giorni sbarcherebbero in Sardegna oltre 20mila persone. Che si uniranno ai pendolari e agli emigrati che verosimilmente torneranno a casa per le vacanze. Numeri che renderebbero impossibile qualunque controllo e qualunque protocollo per l’isolamento dei soggetti positivi (che comunque ad oggi non esiste ancora)”.

“La Regione ha senza dubbio la possibilità di intervenire con ordinanza come già fatto dalla Val d’Aosta: in assenza di un supporto fattivo nell’esecuzione dei controlli negli aeroporti di partenza e nel tracciamento di tutti i viaggiatori si sfrutti questa possibilità prima che sia troppo tardi”, dice infine il consigliere regionale dei Progressisti.