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“Il sangue è un importantissimo tessuto non riproducibile in laboratorio che può salvare la vita di molte persone, assicurare una vita migliore ai pazienti talassemici e garantire l'attività all'interno delle strutture sanitarie”.
A dirlo è Aldo Salaris, coordinatore e consigliere regionale dei Riformatori Sardi, che aggiunge: «In Sardegna sono necessarie mediamente 110.000 sacche di sangue all’anno, ma se ne raccolgono solamente circa 80.000 di cui 40.000 arrivano grazie al lavoro dei volontari”.
Salaris mette in evidenza anche la spesa di 5 milioni di euro di risorse regionali per importare il sangue da altre regioni italiane, così da coprire il fabbisogno sardo.
“Solo il 3% dei sardi – questa la sua denuncia – è donatore di sangue e sarebbe necessario incrementare la raccolta sul territorio attraverso una maggiore operatività che potrebbe garantire soltanto l’AVIS con le 176 sedi presenti in Sardegna. Il sangue è necessario per i malati di talassemia, patologia molto diffusa nella nostra Isola, ma anche per chi affronta un intervento chirurgico, per chi è vittima di un incidente, per i malati tumorali e per le donne che subiscono un parto problematico. Negli ospedali non si deve arrivare allo stato di emergenza, tanto da dover lanciare appelli alla popolazione che spesso creano confusione e intasano i centri trasfusionali”.
“Per questi motivi – conclude Salaris – ritengo sia da implementare l’operatività del sistema di raccolta del sangue in Sardegna valorizzando il lavoro delle associazioni che, con impegno e sacrificio, riescono a compensare le carenze del sistema; di questo intendo interessare l’Assessorato Regionale dell’Igiene e Sanità, che sono sicuro provvederà, affinché si possano destinare ulteriori risorse finalizzate alla raccolta del sangue sul territorio”.