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“La Sardegna sta vivendo un momento particolare, perché dopo aver dato larga fiducia ad una compagine si ritrova senza una maggioranza, senza una Giunta, senza un governo regionale. Questo vuol dire che le ammucchiate non producono per forza un’alchimia politica, e allora è meglio, anche a livello comunale, stare con una forza che ha la lealtà di presentarsi sola e dire ai cittadini: “abbiamo un progetto vero in testa”.
Sono le parole pronunciate da Gianluigi Paragone, giornalista e senatore dell’M5s, a venuto a Sassari per sostenere il candidato sindaco dei pentastellati, Maurilio Murru, alle elezioni amministrative del 16 giugno.
Paragone è arrivato in città nella giornata di venerdì 3 maggio per una tappa dell’Avanti Tutti Tour, che in questi giorni sta portando i portavoce pentastellati in giro per l’Italia in vista delle elezioni europee e comunali.
Assieme a lui sono saliti sul palco di piazza Castello anche il senatore Ettore Licheri, il deputato Mario Perantoni e i candidati alle elezioni europee del 26 maggio nella circoscrizione Sicilia-Sardegna Donato Forcillo, Dino Giarrusso e Alessandra Todde. Accanto a loro anche un’interprete Lis che ha tradotto tutti gli interventi della serata per i non udenti.
“Provo una grande rabbia quando penso a come è ridotta Sassari dopo essere stata governata per anni da partiti che hanno inseguito solo il loro tornaconto – queste le parole di Murru -. Per questo, il prossimo 16 giugno non dobbiamo tornare indietro di vent’anni, restituendo la nostra città a chi l’ha ridotta così, sempre più triste e senza prospettive, soprattutto per i giovani privi di futuro e di un lavoro. I dati sul reddito di cittadinanza – aggiornati al 30 aprile – parlano chiaro: su un totale regionale di 46.335 domande Rdc, quelle riguardanti Sassari sono 12mila 932 (a Cagliari 13mila 434; a Nuoro 5mila 802; a Oristano 4mila 145 e nel Sud Sardegna 10mila 022).
“Servono forze fresche e idee realizzabili. Gli altri litigano sui nomi e non propongono niente – ha sottolineato ancora il candidato M5s -. Noi invece abbiamo un progetto chiaro di città, che prevede un hub dei trasporti, una piazza in via XXV aprile, un centro commerciale naturale e una galleria coperta al corso Vittorio Emanuele, la restituzione ai cittadini, tutto l’anno, di monumenti di solito chiusi, come la fontana di Rosello, la valorizzazione del patrimonio naturalistico e il potenziamento delle strutture sportive, con il recupero immediato dello Stadio “Vanni Sanna” e della palestra del Coni, anche per rilanciare il turismo. Quello che è certo è che Sassari deve finalmente riprendere a correre”.
A sostegno di Murru è arrivata in piazza Castello anche Desirè Manca, capogruppo del M5s in Consiglio regionale, che ha ribadito il suo impegno a favore di Sassari e del suo territorio anche dai banchi dell’assemblea regionale.
La tappa sassarese è servita per i 5 Stelle anche per parlare di Europa e rinnovo del Parlamento di Bruxelles. Nel suo intervento, Pierluigi Paragone ha affrontato il tema dell’austerity e degli «euroricatti» ai danni dell’Italia, come la “Regola del tre per cento del deficit pubblico, che in realtà non esiste», ha sottolineato il senatore M5s, ma è “Un modo per impedire all’Italia di andare verso quella flessibilità che finora è stata garantita a tutti gli altri paesi dell’Unione”.
Paragone ha anche ricordato come nel primo anno di governo il Pil sia cresciuto dello 0,2 per cento, “Anche se una parte importante dell’informazione fa di tutto per sminuire questo risultato, svuotare le piazze e allontanare la gente dal Movimento 5 stelle”.
A detta di Dino Giarrusso, “Per contrastare le regole dell’Unione che, per quanto riguarda le isole e il sud, non valorizzano il lavoro e i prodotti di agricoltori e allevatori”.
Di “Salario minimo garantito” come istanza da portare a Bruxelles il candidato di Porto Torres Donato Forcillo mentre per l’imprenditrice Alessandra Todde “L’Europa finora si è comportata come una matrigna nei confronti della Sardegna, dove non ha favorito l’innovazione, non ha salvato le imprese, non ha costruito nuove infrastrutture. Per questo, dobbiamo smettere di accontentarci e chiedere forte, senza lasciare che Bruxelles decida della nostra vita”.