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Milano, 29 set. (Adnkronos) - Il trentanovesimo piano di Palazzo Lombardia l’hanno sempre soprannominato il “Belvedere”: nomignolo chiaro, intuitivo, ma fin troppo generico. Da oggi, però, il Belvedere ha un nome tutto nuovo: è intitolato a Silvio Berlusconi. Un battesimo che arriva in un giorno non casuale, il 29 settembre. “Oggi Silvio avrebbe compiuto 87 anni”, ricorda il presidente della Regione Attilio Fontana. E questo è il regalo di compleanno che la Lombardia fa a “uno dei suoi cittadini più illustri”.
Fontana parla nel grande open space panoramico del palazzo: da qui, la vista è incredibile. Le pareti di vetro si aprono sul cielo di Milano: si riescono a scorgere punti diversi che si delineano all’orizzonte, anche a decine di chilometri dal centro della città. “Credo che sia giusto intitolare questo luogo a una persona che meglio di chiunque altro ha saputo rappresentare la sua regione”.
L’atmosfera è solenne, composta. Un drappo verde scuro nasconde alla vista la targa. Accanto, ordinate, ci sono le bandiere d’Europa, d’Italia e quella con la Rosa Camuna bianca. Un maxischermo incornicia una foto del fondatore di Forza Italia, ritratto sorridente. “Su Berlusconi sono state dette molte cose. Oggi si può dire che è stato un grande lombardo”, dice al microfono il governatore."Ha saputo interpretare i valori della sua regione: quelli della determinazione, dell'ingegno e della creatività, sempre abbinati a una grande umanità e solidarietà".
Di fronte a sé, Fontana ha un parterre importante: per la famiglia, ci sono Paolo Berlusconi, fratello, e Barbara, figlia di Silvio. E poi vari esponenti di Forza Italia, tra cui Licia Ronzulli e Paolo Romani, alti dirigenti di Mediaset, come Fedele Confalonieri, e personalità di spicco della politica italiana. C'è anche Adriano Galliani, che sta correndo per conquistare il seggio di Monza che fu proprio di Berlusconi. Fontana si lascia andare, emozionato, a un personalissimo ricordo: “La mia ultima telefonata con lui è stata per commentare la vittoria alle regionali. Mi aveva detto che ci saremmo visti presto per festeggiare. Purtroppo non c'è stato il tempo”.
A Palazzo Lombardia, stamattina, c'è anche Matteo Salvini. Non ha voluto mancare all'appuntamento. Il ministro dei Trasporti prende la parola. Anche lui vuole ricordare l’ultima chiamata avuta con l’alleato politico. “Era dispiaciuto per la sconfitta dell'Inter in Champions. Era dispiaciuto perché era una squadra di Milano”, dice. E, parlando di Berlusconi al presente, aggiunge: “Silvio è un uomo che ha fatto tutto, ha vinto tutto. Con lui parlavamo di tutto”. Salvini ricorda la tenacia, la determinazione, la concretezza dell'ex presidente del Consiglio. E il suo ottimismo, "sempre presente".
Barbara, la figlia, è molto emozionata. La voce è quasi spezzata. “Il mio discorso sarà breve, sono visibilmente commossa”, dice. “Questo è un luogo iconico, da qui si può ammirare tutta 'la mia Milano', come lui amava definirla. Una città che gli ha dato tanto, ma a cui anche lui ha dato tanto, creando lavoro per decine di migliaia di persone". Barbara racconta che, da quel piano così alto del grattacielo, si riescono a vedere contemporaneamente diversi luoghi tanto cari al padre: il collegio dei Salesiani, dove avvenne la sua formazione, e lo stadio di San Siro, dove tante volte si sono celebrate le vittorie del suo Milan. "Era un padre amorevole, dal cuore buono, dall'animo nobile. Aveva un'umanità innata", racconta. Aggiungendo: "lui non è più tra noi, ma i suoi valori lo sono. Sono qui la sua etica del lavoro, la sua capacità di realizzare sogni apparentemente impossibili. Molte persone troveranno in mio padre una fonte di ispirazione e di esempio".
Lavoro e determinazione. Doti che vengono rammentate anche da Paolo, il fratello. Dopo un lungo excursus sui primi anni nella Milano speranzosa degli anni '60, e sulle prime sfide imprenditoriali, il ricordo si cristallizza agli ultimi giorni di Silvio. Quelli trascorsi nel letto del San Raffaele, a combattere ancora contro l'insidiosa malattia che fiaccava il suo fisico da due anni. “Anche in quei momenti, lui pensava a Forza Italia. Stava lavorando al programma per i coordinatori. Forza Italia è la sua avventura più bella”. Per smorzare polemiche e chiacchiericci, dal fratello arrivano parole di forte rassicurazione: la presenza della famiglia nel partito rimarrà costante. “Noi famigliari saremo sempre a fianco di questa realtà, a cui dobbiamo rispetto e amore”. La garanzia, sottolinea Paolo, è nella figura di Antonio Tajani, segretario del partito, scelto personalmente da Silvio. “Ma lui rimarrà sempre il Presidente. Anche se non c’è più, rimarrà sempre nel suo partito e nelle imprese”.
Dopo le parole, Paolo e Barbara si avvicinano alla targa. Fanno scivolare lentamente il drappo verde scuro che la teneva nascosta. Sul pannello, fatto di plexiglass bianco opaco, ora è inciso il nuovo nome del Belvedere di Palazzo Lombardia: “Silvio Berlusconi”. (di Marco Di Vincenzo)