All’indomani dell’avvio dell’inchiesta da parte della Procura di Cagliari, in seguito al servizio di Report andato in onda su Rai 3, i consiglieri regionali di opposizione hanno tenuto questa mattina una conferenza stampa davanti al palazzo della Regione.

“Il presidente ha due strade – ha sottolineato Eugenio Lai (Leu) -: o quella di mostrare immediatamente tutti gli atti e quindi smentire le accuse oppure presentare le sue dimissioni per manifesta incapacità di gestire una situazione così importante. Basta girare nei Comuni della Sardegna e parlare con i sindaci per capire che la gestione della crisi epidemica in Sardegna è stata ed è fallimentare”.

“Fino a due giorni fa – ha detto ancora Lai - l’assessore della Sanità ci ha detto che questa emergenza non era prevedibile quando tutti quanti, a livello regionale e nazionale, tutte le forze politiche parlavano della seconda ondata e della necessità di organizzare diversamente i nostri presidi ospedalieri e la nostra sanità territoriale. Sono rimasti immobili. Hanno pensato ad altro. Hanno pensato di nominare commissari, a smembrare ospedali anziché prevenire il contagio”.

E ancora: “In tutte le Regioni d’Italia sono pronti e disponibili i tamponi antigenici rapidi. In Sardegna no.  Noi crediamo che il Presidente della Regione non avrebbe dovuto aspettare all’avvio di un’inchiesta per mostrare gli atti e dimostrare i motivi della scelta di riaprire le discoteche. Avrebbe dovuto dimostrare di essere all’altezza verso una situazione così difficile per la Sardegna. Non ci stiamo. È inutile che provi a scaricare la responsabilità sull’opposizione. Il problema non è l’apertura o meno delle discoteche: il problema è il presidente della Regione, che sapeva che la situazione Covid in Sardegna sarebbe peggiorata con quella decisione” di riaprire le discoteche.

“Dimostri e pubblichi gli atti, renda trasparenti tutte le proprie decisioni. Venga in aula, lo deve non a noi, ma ai sardi”, conclude Lai.