“Non ho parole. Cosa bisogna fare per finire in galera in Italia? Mi vergogno di chi permette che in questo paese arriva il primo delinquente dall'estero e disubbidisce alle leggi e mette a rischio la vita dei militari che fanno il loro lavoro. Se stasera una pattuglia intima l'alt su una strada italiana chiunque è tenuto a tirare diritto e speronare un'auto della polizia. Pessimo segnale signor giudice”.

Così il ministro Matteo Salvini, nel corso di una diretta su Facebook, dice piccato in merito alla decisione della giudice per le indagini preliminari di Agrigento, Alessandra Vella, di non convalidare l’arresto nei confronti del capitano della Sea Watch Carola Rackete.

“Dalla giustizia mi aspetto pene severe per chi ha attentato alla vita di militari italiani e ha ignorato ripetutamente le nostre leggi.  Dagli altri Paesi europei, Germania e Francia in primis, mi aspetto silenzio e rispetto”, ha continuato il vice premier.

E ancora: “Questa sentenza è politica e vergognosa, fa male all’Italia.  Se qualche giudice vuole fare politica si tolga la toga e si candidi in Parlamento con la sinistra e cambia le leggi che non gli piacciono. Non siamo un Paese civile se si sovrappongono politica e magistratura. In questo caso non c’è stato solo l’ignorare il “no” dei ministri Salvini, Toninelli e Trenta, si è deliberatamente rischiato di uccidere cinque ragazzi italiani che in mare stavano facendo il loro lavoro. E come si risolve? Con una pacca sulla spalla?”.

Sulla questione è intervenuto via social anche l’altro vice premier, Luigi Di Maio: “Mi sorprende la scarcerazione di Carola Rackete. Io ribadisco la mia vicinanza alla Guardia di Finanza. Il tema però resta la confisca immediata dell’imbarcazione. Se confischiamo subito la prossima volta non possono tornare in mare e provocare il nostro Paese e le nostre leggi”.

Intanto, il Prefetto firma il decreto di espulsione che però deve essere convalidato dall’Autorità Giudiziaria.