Arriva anche il commento del segretario leghista Salvini: “Che figuraccia, spero che i sardi possano tornare a votare il prima possibile”

 

“Sciatteria e terribile incompetenza: lo riconoscono persino a sinistra, in genere abituati a negare anche l'evidenza”. Si apre così il post pubblicato oggi da Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega, che commenta l'ordinanza-ingiunzione del collegio elettorale nei confronti della presidente della Regione Alessandra Todde e le indiscrezioni, riportare dal Corriere della Sera, su malumori all’interno del Pd sardo.

Vannacci usa parole durissime: “Con la decadenza della governatrice (M5S, PD e AVS) per le gravi irregolarità riscontrate nella rendicontazione dei fondi elettorali, la Sardegna potrà finalmente liberarsi dagli INCOMPETENTI, dagli scappati di casa e dalla sinistra che preferisce la percezione alla realtà e tornare al voto per eleggere un governatore all’altezza. Noi siamo pronti. Fortza paris” conclude.

E sempre dalla Lega arriva il commento del segretario Matteo Salvini. "Che figuraccia la governatrice grillina che è stata rimossa perché non ha fatto quello che va fatto nelle elezioni, sulle spese elettorali ballano decine di migliaia di euro. Spero che i sardi, se le accuse saranno confermate, possano tornare a votare il prima possibile per riavere un presidente che rispetta le regole che valgono per tutti" ha detto il vicepremier in una diretta sui social.

I punti contestati

Il Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d'Appello di Cagliari, guidato dalla presidente Gemma Cucca e composto da sei membri effettivi, ha adottato un provvedimento che contesta dieci pagine e sette punti.

Secondo quanto affermato dal collegio, la documentazione riguardante le spese elettorali della campagna della governatrice non rispetterebbe pienamente le disposizioni stabilite da due leggi, ovvero la legge nazionale 515 del 1993 e la legge regionale 1 del 1994 che ne recepisce le disposizioni.

Inoltre "non risulta essere stato nominato il mandatario, la cui nomina deve ritenersi obbligatoria" ai sensi delle due leggi richiamate. Ancora, si legge nel documento, "non risulta essere stato aperto un conto corrente dedicato esclusivamente alla raccolta dei fondi". E poi, quarto punto, "non risulta l'asseverazione e la sottoscrizione del rendiconto da parte del mandatario che avrebbe dovuto essere nominato".

Secondo il collegio, ancora, "non è stato prodotto l'estratto del conto corrente bancario o postale" e "non risultano dalla lista movimenti bancari i nominativi dei soggetti che hanno erogato i finanziamenti per la campagna elettorale come previsto dalle due norme sopra citate".

E, ancora, non sarebbe chiaro su quale conto siano state indirizzate le donazioni raccolte tramite PayPal durante la campagna, pur essendo somme di modesta entità. Secondo i membri del collegio, il rendiconto elettorale del comitato elettorale del Movimento 5 Stelle, presentato il 23 maggio per rispettare gli obblighi di legge, firmato dal senatore Ettore Licheri e inviato alla Corte dei Conti, non chiarirebbe "se le spese indicate nei documenti depositati riguardino le spese della candidata alla presidenza o la campagna elettorale dei candidati consiglieri sostenuti dal Movimento".

La dichiarazione elettorale presentata riporta "di aver sostenuto spese, come da rendiconto allegato, per complessivi euro 90.629,98 e di aver ricevuto contributi e o servizi per euro 90.670,00". Nel documento il collegio riporta di aver ricevuto i documenti e la relazione della presidente per chiarire i dubbi sollevati, tuttavia ritiene che non siano sufficienti per risolverli.

Tra le contestazioni, emerge una fattura del 11 gennaio 2024 intestata alla candidata del M5s, relativa a spese Enel per un importo di 153,16 euro per il locale in via Sidney Sonnino 223 a Cagliari, utilizzato come sede elettorale. Tuttavia, questa fattura non è stata inclusa negli atti prodotti, motivo per cui il Collegio ha deciso di trasmettere il caso alla Procura della Repubblica per ulteriori accertamenti.