Nonostante lo scossone che nelle ultime ore ha messo in discussione la posizione della governatrice Alessandra Todde, la linea di azione è stata confermata e il lavoro in Consiglio regionale procede senza intoppi. Domani, la sesta commissione si riunirà per iniziare l'esame del disegno di legge 40, presentato dalla giunta alcuni mesi fa, che riguarda il riordino del sistema sanitario dell'Isola. L'inizio sarà segnato dall'audizione dell'assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi.

La presidente del parlamentino, Carla Fundoni (Pd), ha confermato questo sviluppo e si pone l'obiettivo di affrontare il tema come precedentemente concordato, prima che l'ordinanza sulle spese elettorali della campagna Todde influenzasse l'agenda politica. La prossima settimana si terranno ulteriori audizioni. Il 9 marzo, la quarta commissione (Governo del territorio), presieduta da Roberto Li Gioi (M5s), discuterà il testo unificato sulla tutela, conservazione e valorizzazione della fitodiversità autoctona della Sardegna.

Nel frattempo, a palazzo continuano gli incontri informali e si discutono pareri legali sulle prossime azioni da intraprendere. Alcuni ritengono che sia opportuno lasciare ai magistrati incaricati dei ricorsi il compito di decidere prima di prendere una posizione definitiva, mentre altri sono favorevoli ad affrontare la questione in Aula il prima possibile.

Sul punto, Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, individua due aspetti: "Il primo è che sicuramente all'esame degli atti che abbiamo a disposizione si evince che nella rendicontazione delle spese elettorali della presidente, non esiste comportamento doloso, non c'è condotta fraudolenta e non c'è niente che, dal punto di vista politico, possa essere rilevante - sottolinea -. Per contro esistono dei vizi formali di tipo amministrativo che sono quelli rilevati dall'ufficio che ha fatto l'esame dei suoi atti".

Agus non ha dubbi su quali siano le priorità: "In questo momento dobbiamo evitare due cose: la delegittimazione delle istituzioni e la paralisi. Perché il Consiglio regionale non è titolato a decidere per se stesso. Siccome parliamo di qualcosa che va al di sopra, credo che si debba attendere una pronuncia superiore. Ricordiamoci che il Consiglio non è un consorzio industriale qualsiasi, che si rivolge al Tar per dirimere le controversie tra i suoi soci. L'Assemblea non può essere azzerata, come un Cda qualsiasi, in virtù di un semplice vizio amministrativo. Soprattutto quando dal punto di vista politico non rileva, non c'è dolo, non c'è condotta fraudolenta, non c'è volontà di omettere alcunché".

"In questo caso - termina Agus - parliamo dello scioglimento di organi costituzionali e per questo il Consiglio, secondo me, non può fare altro che aspettare l'esito dei ricorsi, magari continuando a lavorare per affrontare i temi più urgenti, ma con pragmatismo".