Nella giornata di oggi il premier incaricato Mario Draghi ha dato un preciso segnale su quella che sarà l'impostazione del suo esecutivo. Si tratta di un governo "convintamente europeista", che riscuote favori soprattutto fra i dem. E poi un approccio preciso su 5 emergenze indicate dal presidente incaricato: ambientale, sanitaria con la campagna vaccini da accelerare, quella del lavoro con la "tutela" di chi resta senza, delle imprese (con un sostegno anche alle banche) e quella scolastica.

C'è stato poi il passaggio sulle tre maxi riforme - pubblica amministrazione, giustizia civile e fisco - da mettere in campo per cambiare volto al Paese e ridisegnare il futuro. Riforme che, pure se connesse con il Recovery, hanno dato la sensazione alle forze politiche di un orizzonte temporale non breve. "Ha parlato molto lui e c'è stato poco spazio per le domande da parte nostra", ha rivelato un parlamentare subito dopo il colloquio con Draghi che, come nel primo giro, li ha gestiti da soli senza il supporto di assistenti o staff.

Sul punto della giustizia civile, Emma Bonino ha riferito di aver sottoposto a Draghi anche il tema della giustizia penale e delle carceri: "Il presidente incaricato ha fatto riferimento a tre riforme di fondo che sono quelle che ci chiede la Commissione europea: il fisco, la burocrazia e la giustizia. Da questo punto di vista abbiamo aggiunto non solo la giustizia amministrativa, civile, ma anche quella penale con l'addentellato drammatico della situazione delle carceri italiane".

Domani con i 'big' ci si aspetta un metodo simile, compresa l'assenza di riferimenti sulla composizione delle squadra di governo. "Non è quella la sede per discuterne. Si fa in modo riservato", afferma un parlamentare di lungo corso. Quanto ai tempi, (mercoledì Draghi vedrà le parti sociali e anche enti locali) i voti di fiducia al nuovo governo di Camera e Senato non dovrebbero arrivare prima della prossima settimana. "Tra lunedì e martedì", è l'orientamento in Parlamento.