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“Abbiamo a che fare con dilettanti allo sbaraglio che stanno portando velocemente la Sardegna verso il baratro. La gestione della proroga dell'attuale continuità territoriale è la rappresentazione plastica della pochezza di questa inutile giunta regionale”.
Inizia così l’ennesima denuncia del leader di Unidos, Mauro Pili, in tema di continuità territoriale.
“La competenza per fare una proposta formale e sostanziale della continuità territoriale è della Regione che convoca e presiede la conferenza dei servizi per approvare il bando, con capitolato e allegati tecnici – ha sottolineato Pili -. La regione in un anno non ha fatto niente. Zero. Nemmeno uno straccio di atto. Non ha mai adottato una delibera di indirizzi né tantomeno di procedure. È la prima responsabile. Ha chiesto la proroga a Bruxelles quando il decreto di proroga competeva al governo. Semmai la commissione europea doveva dare un parere formale al decreto del governo”.
“Se uno osserva i passaggi di questi mesi – queste ancora le sue parole –, li mette in sequenza, rivede i titoli dei giornali, si rende conto che abbiamo a che fare con degli incompetenti cronici, capaci di passare da un modello ad un altro di continuità territoriale con la stessa facilità con la quale nell'arco della giornata si passa dalla luce al buio. Scrivo questa nota solo per segnalare che stanno svendendo la Sardegna ad Alitalia. Lo dico per evitare che qualcuno dica che non lo aveva capito. La continuità territoriale la sta scrivendo l'Alitalia e i servi sciocchi la stanno sostenendo”.
“Chiedono la proroga della tariffa unica che – aggiunge – ho imposto nel 2012 con un voto unanime del parlamento e il via libera dell'Europa e adesso con gli stessi soldi di oggi devastano la continuità territoriale mettendo la Sardegna sotto schiaffo del monopolio Alitalia. Spero che gli albergatori, le associazioni di categoria, la smettano di essere filogovernative e comincino a difendere la categoria”.
“Intanto – conclude Pili – dicendo chiaramente che vogliono la tariffa unica visto che la stessa Europa ha detto che non accetta discriminazioni tra residenti e non residenti. E se non la ottengono si devono impegnare a impugnarla. Lo stesso dicasi per le associazioni degli emigrati: basta salamelecchi alla giunta regionale. Se la nuova continuità territoriale colpirà gli emigrati devono reagire, non con comunicati da educande ma con ricorso al tar. E comunque, e concludo, se non lo faranno loro ci sarà qualcuno che si impegnerà per farlo, anche per gli ignavi e i codardi di turno. Un ricorso al Tar non ve lo toglie nessuno! E poi non dite che non siete stati avvisati”.