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“Stiamo combattendo la sfida più importante degli ultimi decenni, la più grave dal dopoguerra e per vincerla serve il contributo responsabile di 60 milioni di italiani”.
Così il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte che nell’intervista al Corriere della Sera di oggi, tra i diversi temi, parla della difficoltà delle aziende.
“Il mondo delle imprese è chiamato a una sfida molto dura. Molti hanno chiuso e chi è aperto deve garantire ai lavoratori un adeguato livello di protezione. Questo decreto non sarà sufficiente. I danni saranno seri e diffusi, occorrerà varare un vero e proprio piano di "ricostruzione". La Guardia di finanza interverrà duramente contro i comportamenti speculativi di chi impone prezzi fuori mercato, o lucra condizioni di vantaggio nelle produzioni dei beni di prima necessità. Dopo il coronavirus nulla sarà più come prima. Dovremo sederci e riformulare le regole del commercio e del libero mercato”.
Alla domanda “Seguirà un periodo di lacrime e sangue?” il premier risponde:
“Stiamo rispondendo con un pacchetto di norme che consentiranno alla nostra economia di sostenere i costi imposti dall'emergenza. Siamo pronti, se sarà necessario, a intervenire di nuovo per il rilancio del Paese. Faremo il possibile affinché, anche nella stesura della legge di bilancio, l'Italia possa tornare a correre grazie agli investimenti, al taglio delle tasse, alla semplificazione e all'innovazione. Aiuteremo l'Italia a rialzarsi e sono convinto che ce la faremo”.
Infine, su La Lega che sprona il governo a seguire la via tedesca, che ha messo sul tavolo 550 miliardi per i crediti alle imprese, Conte risponde: “Le garanzie previste nel nuovo decreto legge attivano flussi di finanziamenti che, in rapporto al Pil, sono analoghi a quelli della Germania”.