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“Le scuole vanno riaperte quando ci sono le condizioni per riaprirle. Vediamo a che punto stanno, il 9 dicembre, i contagi”. Ed eventualmente si potrà fare lezione in presenza anche il sabato per scaglionare gli studenti sui mezzi di trasporto.
Sull'ipotesi di un'apertura anche la domenica, "sono decisioni che vanno condivise con tutto il governo" ma "siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù".
Così, a Repubblica, Paola De Micheli che, su treni, bus e metro sovraffollati fino alla fine di ottobre, prima delle misure anti Covid e la chiusura delle scuole superiori, afferma che “nessuno mi ha portato uno studio che dimostri che i trasporti sono la principale ragione della crescita della curva. Ho sentito troppi scienziati parlare a braccio, in questo periodo - dice la ministra dei Trasporti -. Poiché la politica, però, non si muove solo per scienza esatta, ma anche per rassicurare i cittadini, vi dico che le Regioni hanno messo a disposizione quasi diecimila bus aggiuntivi in tutto il Paese con le risorse assegnate dal Governo. Sono pronti a scendere in strada, alcune città hanno già codificato le corse in più da fare”.
"Parliamo di pullman privati, a noleggio – spiega De Micheli -. Da sette e nove metri. Dodici per l'extraurbano. Abbiamo a bilancio 500 milioni di euro, duecento sono per il 2021”. Ma con questi nuovi mezzi sarà comunque impossibile mantenere il distanziamento: “Con 24 milioni di persone a bordo di mezzi dimezzati non sarà possibile -afferma De Micheli -. Siamo tornati alla capienza del 50 per cento e dobbiamo restarci almeno fino all'estate. Oggi per garantire lo stesso servizio in una città come Milano servirebbe far uscire dall'autorimessa, dalle 7 alle 9, altri cinquecento mezzi pubblici. Impossibile, dovremmo togliere dalle strade le automobili. A Milano possiamo aggiungere ottanta pullman, non di più. Lo stesso ci dicono le simulazioni su Roma, Napoli. Quasi tutte le città metropolitane non sono nelle condizioni di ospitare numeri così alti di nuovi mezzi pubblici”.
Ciò che è necessario, secondo la ministra, è “lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite da scuola. Tra le 7 e le 9 di ogni mattina la metropolitana e gli autobus sono pieni, per poi viaggiare semivuoti dopo le 9,15. Dobbiamo spalmare l'entrata e l'uscita degli studenti sulle prime dodici ore della giornata, dalle 8 alle 20. Lo dicono le aziende di trasporto. È inutile inviare cinque bus ogni cinque minuti tra le 7 e le 7,25 se l'orario di ingresso per tutti è quello delle 8. Gli studenti si ammassano sulle ultime due corse, le 7,20 e le 7,25. Per arrivare a scuola dieci minuti prima della campanella, non mezz'ora prima".
"Siamo in emergenza e credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato”, aggiunge De Micheli. Eventualmente anche la domenica, “sono decisioni che vanno condivise con tutto il governo, ma, dicevamo, siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati. Per gli ingressi scaglionati, ora serve un organismo, se possibile di carattere nazionale, che condivida con la scuola i dati e organizzi un piano istituto per istituto. Stiamo parlando di tre milioni di studenti delle superiori".