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Non è tardata ad arrivare la replica di Eugenio Lai, Consigliere di Liberi e Uguali, alle osservazioni mosse in modo particolare da alcuni partiti indipendentisti, Liberu e Sni, alla richiesta formulata ieri, insieme al collega Daniele Cocco, di predisporre un’ordinanza regionale, che obblighi i non residenti arrivati in Sardegna senza un valido motivo in quest’ultimo mese a ritornare nel proprio luogo di residenza.
“La situazione è grave – dichiara Lai –, forse non è chiaro, i nostri ospedali sono in forte difficoltà, gli operatori sanitari e i volontari stanno continuando a svolgere il proprio lavoro, cosa gravissima, senza i presidi di sicurezza individuale. In Sardegna, anche a causa dell'età media tra le più alte in Italia, abbiamo il rischio sociale probabilmente più elevato rispetto ad altre regioni”.
“In questi giorni – sottolinea il Consigliere regionale – abbiamo tutti visto video di turisti al mare, in giro che liberamente non rispettano le direttive e militari che arrivano da ogni parte del mondo per esercitazioni militari nelle nostre basi. Non è questione di esclusione sociale, nessuno dei casi sta scappando da una guerra, da genocidi o fugge per situazioni economiche”.
“Dobbiamo avere senso civico – prosegue – e come lo stiamo richiedendo a tutti i nostri concittadini sardi ed è giusto che lo si richieda anche agli altri che hanno già dimostrato di averne poco spostandosi in questa fase emergenziale verso la nostra Isola. La nostra proposta è a vantaggio anche della loro sicurezza, che hanno il medico di medicina generale, che conosce la vita sanitaria del paziente, nel proprio luogo di residenza”.
“È una questione di sicurezza sanitaria per i sardi – conclude Lai – visto che i posti letto in rianimazione, in caso di emergenza reale, non sono infiniti. È una questione di ordine sanitario, non di inclusione sociale. Da questo nasce la richiesta, prendendo spunto non dalla regione Lombardia che avrebbe dovuto fin dal principio bloccare l'esodo, ma dalla inclusiva, come ci dice la storia, Toscana”.