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“La situazione non è buona, ma il contagio non è esplosivo. L’obiettivo è contenerlo”.
È quanto spiega a Sardegna Live l’assessore alla Sanità Mario Nieddu.
Il rappresentante della Giunta Solinas sottolinea: “Ho nuovamente richiesto i dispositivi di protezione, così come sto facendo da settimane. Ho fatto presente al Governo che se continuiamo così le nostre percentuali di contagio non potranno che esplodere, ci stanno costringendo a mandare i nostri operatori sanitari a mani nude a combattere contro il virus. Capisco tutte le difficoltà perché oggi è difficile trovare sul mercato tutto ciò che serve, ma una gestione più accurata sarebbe stata più opportuna. La Regione su questo fronte non poteva fare nulla, non poteva acquistare in proprio. Solo pochi giorni fa ci hanno detto, dopo essersi conto che non potevano garantire l’approvvigionamento alle Regioni, che ora possiamo farlo. Ma adesso la situazione sul mercato è difficile, si fa fatica trovare i dispositivi di protezione, mentre è alto il rischio di trovare truffatori e di questi ne abbiamo trovato diversi”.
“Nei casi di contagio che abbiamo avuto negli ospedali di Sassari, Olbia e Nuoro, nessun operatore sanitario è stato contagiato perché non ha usato i dispositivi di protezione individuale nell’assistenza a pazienti Covid positivi. Questo ci tengo che sia chiaro - ha precisato Nieddu a Sardegna Live -. Perché ci si stanno attribuendo responsabilità che non abbiamo assolutamente. Tutti i dpi che avevamo in magazzino noi li abbiamo sempre consegnati. I magazzini della protezione civile regionale sono vuoti”.
“Voglio dare una buona notizia, una delle poche, abbiamo chiuso un accordo con La Roche e l’Inpeco e a brevissimo, appena arrivano i reagenti e i tamponi che sono più facile da reperire, con delle apposite apparecchiature riusciremo a fare circa 2mila esami al giorno. Contiamo, dunque, di riuscire a fare i tamponi a tutto il personale sanitario e tutti quelli che riterremo opportuno tamponare, seguendo quelle che sono le linee guida che provengono dalla Corea per esempio, che con una massiccia campagna di tamponi è riuscita a contenere l’infezione e ad azzerare la trasmissione di contagi. Con queste nuove macchine, più gli altri laboratori riusciremo a screenare dalle 3 alle 4 mila persone al giorno”.
Probabile picco. “Dalle previsioni che avevamo fatto noi, rispetto a quelle dell’Istituto Superiore della Sanità, domani, il 22, dovrebbe essere uno dei giorni fatidici in cui ci potrebbe essere la svolta. Domani faremo le valutazioni e vedremo se le nostre previsioni sono confermate allora avremo qualche strumento in più per valutare ulteriori strategie”.
L’appello. “L’arma più potente che abbiamo è quella di stare a casa, evitare i contatti. Il fatto che abbiamo pochi pazienti contagiati, perché se pensiamo che il grosso sono operatori sanitari e i pazienti sono pochi, questo testimonia il fatto che con la chiusura dei contatti sociali i pazienti che si ammalano non sono tantissimi. Questo vuol dire che la strategia sta funzionando”.
Mascherine. “Stiamo cercando su tutti i canali possibili di acquistare i dpi per i nostri operatori sanitari e se riusciremo come io spero in pochi giorni ad averne in quantità sufficiente avremo coperto quel fronte. Inoltre, se riusciamo ad avere anche le mascherine chirurgiche in quantità adeguata le distribuiremo a tutta la popolazione”.
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