La presidente della Regione Alessandra Todde ha aperto il suo intervento questa mattina in Consiglio regionale con un duro attacco alla procedura di decadenza avviata contro di lei. "Un procedimento amministrativo che vuole stravolgere il voto dei sardi", ha detto, sottolineando l'importanza dell'autonomia regionale e della stabilità istituzionale.

Il cuore della vicenda 

Le parole della presidente: "Il 19 novembre mi viene notificata, mezzo pec, una richiesta di chiarimenti firmata dalla Presidente dell’Ufficio Stampa Collegio di garanzia regionale della Regione Sardegna, nella quale venivano sollevati sette rilievi di irregolarità relativi alla rendicontazione delle spese elettorali sostenute durante la campagna elettorale. Nessuno di questi rilievi segnalava alcun utilizzo improprio di risorse, ma semplicemente degli errori di forma nella predisposizione e nella presentazione della rendicontazione. Nello stesso atto veniva richiesto di fornire spiegazioni sulle contestazioni descritte entro quindici giorni dalla notifica, pena alla decadenza, dalla carica di consigliere regionale eletto ai sensi della legge 515 del 93. Alcuni giorni successivi alla prima notifica, ovviamente, entro i termini indicati, ho depositato le memorie, in cui veniva spiegato come in realtà i punti contestati si basavano su assunti non corretti, in altri casi travisavano dichiarazioni contenute nel rendiconto presentato, in quanto all'interno dello stesso sin dal primo atto si attestava che non avevo ricevuto alcun contributo né sostenuto personalmente alcuna spesa.

I miei legali hanno ritenuto opportuno in quella sede chiarire definitivamente con una presentazione del rendiconto sulla base del modello richiesto dal Collegio elettorale che non avessi sostenuto personalmente alcuna spesa inerente alla campagna elettorale nel periodo del rendiconto e che tali spese fossero state sostenute dal comitato elettorale appositamente costituito a gennaio 2024 dal mio partito, il Movimento 5 Stelle, per il sostegno della propria lista del candidato presidente".

Micro donazioni con Paypal

"Chiarisco anche - ha detto Alessandra Todde - che il comitato elettorale, oltre a disporre dei fondi messi a disposizione dal Movimento 5 Stelle per la campagna elettorale, ha ricevuto contributi da parte degli altri partiti della coalizione, da privati cittadini, inoltre ha ricevuto micro donazioni con Paypal effettuate da parte di cittadini privati e da un'impresa agricola, 20 euro, per un totale di 910 euro. Tutta la documentazione delle spese effettuate e dei fondi ricevuti dal Comitato, incluso l'estratto conto del conto dedicato dal Comitato in Banca intesa con l'elenco dei beneficiari Paypal è stata allegata rendicontazione inviata dal Comitato alla Corte dei Conti, documentazione che anche se non dovuta è stata legata per trasparenza alla mia dichiarazione inviata alla Commissione elettorale e da subito disponibile nel sito del Movimento 5 Stelle alla sezione Trasparenza".

"Per Luca Zaia nessuna richiesta di decadenza"

"Nessuna spesa rendicontabile direttamente sostenuta, come peraltro avvenuto per decine di consiglieri, eletti e non eletti, i quali non hanno nominato un mandatario, non hanno avuto un conto corrente dedicato, hanno rendicontato con una dichiarazione analoga e i cui fascicoli sono stati regolarmente archiviati. Nessuna spesa direttamente sostenuta - ha ribadito Todde - come già avvenuto in altre regioni, per presidenti di Regioni di altre appartenenze politiche, come Luca Zaia, che per la campagna elettorale del 2015 in Veneto ha dichiarato di non aver sostenuto spese e ricevuto alcun contributo, perché le spese sono state sostenute direttamente dal suo partito e il suo fascicolo è stato regolarmente archiviato e nessuna richiesta di decadenza è stata predisposta".

Una bolletta da 153 euro?

La presidente Todde ha spiegato: "Il Collegio elettorale affermava che avessi sostenuto spese per la campagna elettorale contestandomi una bolletta della luce del valore di 153 euro per il mio ufficio di rappresentanza parlamentare affittato da me a gennaio 2023 e poi adibito a sede elettorale per l'intera coalizione dal 15 dicembre 2023 al 24 febbraio 2024: tale bolletta e la risultanza dell'accesso fatto dal Collegioelettorale di garanzia al mio cassetto fiscale presso l'Agenzia delle entrate che, peraltro, non mi era stata contestata a novembre. L'affitto dell'ufficio di rappresentanza parlamentare del periodo da 15 dicembre 2023 al 24 febbraio 2024 è stato pagato e rendicontato dal comitato elettorale del Movimento 5 Stelle. Faccio notare che tale bolletta è riferita al bimestre di novembre-dicembre 2023 e quindi solo per pochi giorni sarebbe nel periodo di rendicontazione. Tale bolletta che non è stata mai contestata prima del 3 gennaio 2025 non andava, secondo i miei legali rendicontata, in quanto le spese per la sede elettorale devono essere rendicontate in modo forfettario e non all'interno dei singoli voci. Tutte le altre fatture che il Collegio mi contesta nell'ordinanza del 3 gennaio, e non mi aveva contestato nella richiesta di chiarimenti del 19 novembre impedendomi di fatto il contradditorio, sono state regolarmente pagate e rendicontate alla Corte dei Conti dal comitato elettorale del Movimento 5 Stelle”.

La minoranza all’attacco: “una presidenza disastrosa”

Le opposizioni non si sono fatte attendere. Alessandro Sorgia (Misto) ha definito la legislatura di Todde "la peggiore della storia dell’autonomia", accusandola di superficialità e di non aver rispettato le regole. Anche Paolo Truzzu (FdI) ha rincarato la dose: "La legislatura è già finita. Non è più lei a guidare la coalizione, ma i partiti."

Antonello Peru (Sardegna al Centro 20venti) ha criticato il M5S per il suo atteggiamento: "Chiedete giustizia quando colpisce gli altri, ma gridate al complotto quando riguarda voi". Peru ha quindi suggerito: "Se davvero la Presidente vuole essere credibile riconosca che l’errore c’è stato e chieda scusa. Governare vuol dire assumersi le responsabilità senza cercare capri espiatori. Non dia le colpe agli altri, questi atteggiamenti minano la fiducia nelle istituzioni.

“Un complotto per far cadere il governo?”

Luca Pizzuto (Sinistra Futura) ha definito la procedura "abnorme" e ha parlato di un tentativo di far cadere una delle legislature più progressiste della Sardegna. Anche Sebastian Cocco (Uniti per la Todde) ha evocato il rischio di una strumentalizzazione politica: "Lasciamo che la magistratura faccia il suo lavoro senza interferenze."

Conte, Meloni e il doppio standard

Antonello Peru (Sardegna al Centro 20venti) ha criticato il M5S per il suo atteggiamento: "Chiedete giustizia quando colpisce gli altri, ma gridate al complotto quando riguarda voi". Peru ha quindi suggerito: "Se davvero la Presidente vuole essere credibile riconosca che l’errore c’è stato e chieda scusa. Governare vuol dire assumersi le responsabilità senza cercare capri espiatori. Non dia le colpe agli altri, questi atteggiamenti minano la fiducia nelle istituzioni".

Todde ha ribattuto con un riferimento a Giorgia Meloni: "Se la Presidente del Consiglio dice di avere fiducia nei giudici, perché per me dovrebbe valere il contrario?".

"Ho assoluta fiducia nei giudici - ha detto la governatrice della Sardegna -. Ci sono ministri rinviati a giudizio che attaccano la magistratura e ora chiedono le mie dimissioni per un rendiconto elettorale. Il Collegio di Garanzia non contesta spese non rendicontate. Fuori da quest’Aula non c’è stata misura su questa vicenda. Coloro che chiedono la mia decadenza sono gli stessi che in Parlamento agiscono in modo diametralmente opposto. Non permetto a nessuno di spargere fango su di me".

“La stampa mi ha processata”

Todde ha denunciato il comportamento di alcuni media: "Giornalisti alla porta di mia madre 86enne, titoli fuorvianti e una narrazione strumentale." Ha ribadito che il suo caso è stato montato ad arte per screditare la sua amministrazione. "Ho costruito al mia candidatura ben prima del periodo di rendicontazione delle spese elettorali, sono stata scelta grazie al lavoro svolto. La mia campagna elettorale è iniziata a novembre, chiunque pensi che la credibilità di una candidatura si costruisca in due mesi compie un errore. Questa è una vicenda che fa male a tutti, l’avvio di una procedura di decadenza è più grande di tutti noi. Si tratta di un’ingerenza che incide sull’espressione della volontà popolare. Farei lo stesso intervento se fossi seduta tra i banchi della minoranza", ha detto infine Alessandra Todde.