È terminata, dopo circa due ore di confronto, la cabina di regia tra il premier Mario Draghi e i capidelegazione delle forze di maggioranza sulle nuove misure anti-Covid.

Fino al 31 dicembre sono vietati eventi e feste che implichino assembramenti all'aperto. E' uno dei punti sui quali si sarebbe trovato un accordo anche con l'obiettivo di uniformare le misure in tutta Italia visto che alcune regioni e sindaci si erano già mossi in questa direzione.

Tra le decisioni assunte anche quella dell’utilizzo delle mascherine all'aperto in tutta Italia. E ancora: riduzione della durata del green pass a 6 mesi dall'1 febbraio per contrastare la variante Omicron, che in Italia rappresenta ormai il 28,2% dei contagi registrati.

inoltre, obbligo di mascherine Ffp2 in cinema, teatri, eventi sport e mezzi pubblici; il super green pass fino a 31 gennaio per ristoranti anche al banco e la riduzione del tempo tra seconda e terza dose da 5 a 4 mesi.

GREEN PASS Scende ancora la durata del green pass. "Dal 1° febbraio 2022 - spiegano fonti di Palazzo Chigi al termine della cabina di regia col premier Mario Draghi - riduzione della durata del green pass vaccinale da 9 a 6 mesi". Non solo. "Con ordinanza del Ministro della salute - viene inoltre spiegato - il periodo minimo per la somministrazione della terza dose sarà ridotto da 5 a 4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario". La 'sforbiciata' dei tempi per avere il booster è all'attenzione degli esperti. "Si attende approfondimento tecnico", puntualizza infatti P.Chigi.

MASCHERINE FFP2 Torna l'obbligo di mascherine all'aperto, anche in zona bianca. Non solo. Nella riunione tra i capidelegazione delle forze di maggioranza e il premier Mario Draghi è stato deciso di introdurre "l’obbligo di mascherine FFP2 in cinema, teatri e per eventi sportivi, nonché sui mezzi di trasporto (anche TPL)".

VARIANTE OMICRON PRESTO DOMINANTE La variante Omicron in Italia rappresenta oggi circa il 28% dei contagi e si avvia ad essere presto dominante. Il quadro covid, con forti variazioni da regione a regione, è delineato dalla stima basata sulle analisi preliminari dei tamponi raccolti per l’indagine rapida del 20 dicembre, come comunica l'Istituto superiore di sanità (Iss) in una nota.

L’analisi - precisa l'Iss - si è basata su circa 2mila tamponi raccolti in 18 regioni e province autonome, in cui sono stati considerati come possibili positivi a Omicron quei campioni in cui risultava mancante uno dei tre geni che normalmente viene ricercato nei test diagnostici molecolari (cosiddetto S gene dropout) o altri test di screening per escludere la presenza della variante Delta, al momento ancora dominante. "Anche se i risultati sono ancora preliminari, la stima conferma la grande velocità di diffusione della variante, che sembra dare focolai molto estesi in breve tempo e si avvia ad essere maggioritaria in breve tempo, come sta già avvenendo in diversi altri paesi europei", dice il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro.