Dopo il clamore suscitato dall’articolo pubblicato oggi da Il Fatto Quotidiano sulle presunte infiltrazioni della criminalità organizzata ad Alghero, arriva l’intervento del consigliere regionale Valdo Di Nolfo, esponente del gruppo Uniti per Alessandra Todde e originario della città catalana.

Nel suo commento, Di Nolfo affronta il nodo del legame tra l’elevata presenza di detenuti al 41 bis in Sardegna e il rischio di espansione delle organizzazioni mafiose in territori storicamente estranei a queste dinamiche.

“La preoccupazione per l’infiltrazione della criminalità organizzata nel nord-ovest dell’Isola non è una novità. È un timore che si trascina da tempo. Alcune cose sono sintomo di un fallimento strutturale del sistema penitenziario, che troppo spesso non spezza i legami con le organizzazioni mafiose ma li rilancia altrove, nei territori più fragili e meno presidiati”, dichiara il consigliere.

Da qui, l’appello a un cambiamento di rotta nelle politiche statali: “È ora di invertire la rotta, investendo su giustizia sociale e un sistema penitenziario pensato con reali finalità rieducative e non solo punitive. Non possiamo restare spettatori. Non servono slogan, ma un serio ripensamento delle politiche penitenziarie e di contrasto alle mafie. Serve più Stato, più consapevolezza, più comunità”.

E infine, un richiamo forte alla responsabilità collettiva: “La Sardegna merita un futuro libero da mafie, camorre e ’ndrine, dentro e fuori gli istituti penitenziari”.