“Sono ore delicate per il nostro Paese. Il Presidente Conte ha preso atto di non avere i numeri e si è dimesso. Dopo giorni di fango contro di noi, tutto è più chiaro. Non è Italia Viva ad aver aperto una crisi: è l’Italia che deve affrontare una crisi da far tremare i polsi”.

A parlare è il leader di Italia Viva Matteo Renzi, atteso domani pomeriggio, alle ore 17:30, da Mattarella, come previsto dal calendario delle consultazioni.

“Siamo tra i peggiori al mondo come PIL nel 2020, come rapporto popolazione/decessi per Covid, come numero di giorni di scuola persi dai ragazzi – afferma Renzi. Il Recovery Plan è l’ultima occasione: va colta adesso. Per il momento non è all’altezza delle nostre aspettative e soprattutto dei bisogni dell'Italia”.

Italia Viva chiede “un salto di qualità nella gestione della Res publica”.

“Il Governo Conte – sottolinea Renzi - era nato per mandare a casa Salvini. Rivendico quella scelta. E ancora ricordo i ‘No, giammai’ del gruppo dirigente del PD che preferiva le urne a un nuovo Governo. Cambiando idea hanno permesso di evitare un esecutivo sovranista. Anche allora fummo criticati come lo siamo oggi. Forse in questa fase il massacro mediatico che abbiamo subito è stato persino peggiore”.

Ma la politica per il leader di Italia Viva “è difendere le idee, non cercare degli incarichi. E chi sta con noi deve ricordarsi che non rinunceremo mai al coraggio delle battaglie scomode e alla libertà delle proposte difficili”.

“Noi andremo al Quirinale senza pregiudizi – fa sapere Renzi -. Per noi la priorità è aiutare i cittadini a uscire da questa fase di stallo e di difficoltà non solo economica. Sprecare i soldi del Recovery, perdere tempo sui vaccini, ritardare il ritorno a scuola, vivere di sussidi sarebbero errori imperdonabili. Noi ci siamo e lo abbiamo dimostrato”.

“Arriva un momento in cui la verità si afferma sulle veline. E in quel momento diventa chiaro a tutti che la politica è una cosa diversa dal populismo. Italia Viva sarà sempre la casa di chi rifiuta le veline, di chi rifiuta il populismo”, conclude Renzi.