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“Sottoporre subito a tampone tutto il personale operante negli istituti penitenziari per individuare eventuali positivi al coronavirus e garantire un immediato isolamento idoneo a evitare il contagio”.
È questa la richiesta formulata in un’interrogazione dalla Consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Carla Cuccu, e rivolta al presidente della Regione, Christian Solinas, e all’Assessore alla Sanità Mario Nieddu.
Nel documento, l’esponente pentastellata “Chiede anche di sapere quale sia lo stato di attuazione del Piano Annuale e Triennale della Sanità Penitenziaria Ats Sardegna 2018-2020, approvato con deliberazione n. 988 dell'11 agosto 2018 e se sia stata verificata dall'Ats la possibilità di assegnare il reparto detentivo protetto, già realizzato presso l'Ospedale Santissima Trinità di Cagliari” e “Se sia stata presa una decisione sulla proposta di adibire spazi specifici presso i nosocomi dove sono presenti le maggiori strutture penitenziarie, nelle more della consegna dei reparti detentivi ospedalieri, divenuta ormai improcrastinabile”.
"Nonostante il numero dei contagi continui a crescere in misura esponenziale, si continua ad ignorare l'atavico problema di garantire una sanità penitenziaria che tuteli i detenuti, la polizia penitenziaria e tutti gli operatori che vi accedono – queste ancora le sue parole -. Non è possibile che nemmeno in tempo di pandemia conclamata, non si siano predisposti i reparti detentivi nei nosocomi sardi dove sono presenti le maggiori strutture penitenziarie”.
A suo modo di vedere “È intollerabile e non più rinviabile in periodo di emergenza epidemiologica Covid-19, vista la repentina possibilità di contagio. Ancor oggi, i detenuti dovrebbero essere ricoverati nelle medesime stanze dove vi sono altri pazienti esposti a rischi per la propria incolumità oltre che per quella degli agenti penitenziari”.
“Questa inadempienza – conclude la Cuccu, – è anche un grave danno economico per la collettività per l'elevato impiego di agenti destinati al servizio di piantonamento non necessari se vi fossero, invece, i cosiddetti repartini. Parrebbe che solo le associazioni abbiano a cuore il problema sanitario nelle carceri, (benché costituzionalmente tutelato), che hanno donato mascherine di protezione. Non si faccia carne da macello”.