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“Questa nuova chiusura, imposta tra l’altro dopo ferragosto alias il momento per antonomasia di maggior movida, pare quasi essere una, non tanto velata, ricerca di un capro espiatorio ai pasticci di un governo che nel suo caos mentale decide che ancora una volta a pagarne le conseguenze dovranno essere le attività”.
Lo ammette deciso Dario Giagoni, Capogruppo della Lega Salvini Sardegna in Consiglio regionale: “Quelle stesse attività che ben poco aiuto hanno ricevuto da Roma e che hanno cercato tra mille difficoltà e spese aggiuntive di ripartire – dice il leghista - quelle stesse attività che adesso si vedranno certamente costrette a rimandare a casa chi è stato assunto. Aperture e chiusure in un valzer sin troppo spesso caotico e disorganizzato, in un contesto nel quale si parte alla volta della caccia all’untore quando fa più comodo, alternandolo poi a una disinvoltura spiazzante a seconda di chi ne è vittima. Chiudere i locali, come in Consiglio avevano fatto notare molti esponenti dell’opposizione, che ora mi auguro abbiano il coraggio di ripetere tali affermazioni nonostante il provvedimento venga imposto alla Sardegna e all’Italia tutta dagli esponenti nazionali dei loro stessi partiti di appartenenza, potrebbe avere un effetto più negativo che altro visto e considerato che l’estate non è certamente ancora volta al termine e la presenza di ragazzi in giro nelle nostre coste rischia di riversarsi in luoghi dove il controllo è inesistente o in piazze pubbliche dove i controlli teoricamente ci sono ma non possono essere garantiti con l’assiduità dovuta dalle nostre forze dell’ordine e dalla polizia locale, che – sottolinea sempre l’esponente di Salvini - già compiono uno sforzo immane nonostante siano spesso e volentieri sotto organico”.
“Avranno pensato anche a questo a Roma? Avranno pensato a come risarcire le attività del danno che verrà loro causato? O dobbiamo invece essere portati a credere che le veloci promesse del ministro Patuanelli siano destinate a rimanere solo belle parole? Visti i precedenti – aggiunge Dario Giagoni - abbiamo ancora addosso l’elmetto per ripararci dalla potenza di fuoco annunciata dal Premier che potrebbe arrivare da un momento all’altro, ho dei dubbi al riguardo e una certezza: i migranti arrivano indisturbati nelle coste del Sulcis e vengono riversati nel Cpa di Monastir che ha sempre più l’aspetto di una bomba a orologeria pronta ad esplodere tra le proteste di primi cittadini, sindacati e operatori nella più totale indifferenza di Roma che pensa a colpevolizzare i nostri giovani colpevoli solo di sentir la necessità di socializzare e vivere che ognuno di noi ha provato alla loro età, benché se ne dica”.