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Riportiamo di seguito la riflessione sulla situazione coronavirus in Sardegna del Presidente dell'Anci e sindaco di Bortigiadas Emiliano Deiana:
"Perché sono seriamente preoccupato sul Covid19.
Perché siamo solo al 28 settembre.
Perché in estate ci siamo - letteralmente - sbracati: discoteche, assembramenti, locali, feste e festicciole, pranzi trimalcionici, matrimoni, sposalizi, anniversari di matrimonio, cresime, ippodromi, calci e calcetti dilettantistici etc.
Perché la politica e le istituzioni si sono “sedute” sugli allori dell’isola Covid free e sono prevalse tendenze minimizzatrici se non smaccatamente negazioniste.
Perché la stagione autunnale e invernale deve ancora entrare nel vivo e durerà fino a tutto marzo (sei mesi sei!).
Perché con l’inverno si sta maggiormente al chiuso, a contatto con gli altri.
Perché vivo in una terra in cui la componente di persone fragili (anziani, persone con disabilità, persone con altre patologie) è particolarmente elevata.
Perché il sistema sanitario regionale non regge l’urto di una diffusione elevata della pandemia.
Perché durante il periodo di “pace” non si sono predisposte le necessarie terapie intensive basate su un ritorno prepotente della malattia.
Perché non si sono volute aprire scuole e “punti scolastici” nei paesi per limitare il pendolarismo e gli assembramenti sugli autobus.
Perché non si può lasciare alla decisione ai singoli sindaci per nuovi lockdown senza una strategia almeno regionale: il virus non ha confini continentali figuriamoci se li può avere comunali.
Perché non c’è una campagna scientificamente coordinata dalle strutture sanitarie di tamponi e test seriologici sulla popolazione.
Devo continuare o basta così?"