Il piglio deciso, le idee chiare e la concretezza. È arrivata così Desirè Manca agli 8.020 sardi che domenica 25 febbraio hanno scritto il suo nome sulla scheda elettorale. È lei "miss preferenza" 2024. Ha superato di gran lunga nomi pesantissimi della politica regionale: il presidente del Pd Giuseppe Meloni, protagonista assoluto nella circoscrizione di Olbia con oltre 6.700 voti; l’assessore al Turismo uscente Gianni Chessa che a Cagliari ha trainato il Psd’Az con quasi 5.700 preferenze; il segretario regionale dem Piero Comandini (5.516); il mattatore delle scorse legislature Antonello Peru che ha fatto man bassa nel Sassarese con oltre 5.300 elettori.

Nata a Sassari 51 anni fa, dopo il diploma di ragioneria e una serie di esperienze come impiegata e direttrice tecnica in aziende di servizi di assistenza alla persona, Desirè Manca aderisce al Movimento 5 Stelle e nel 2014 viene eletta consigliera comunale a Sassari. Alle elezioni regionali del 2019 ottiene 2.752 preferenze volando in Consiglio regionale come presidente del Gruppo consiliare pentastellato. Cinque anni più tardi il suo bacino elettorale è quasi triplicato.

Ecco l'intervista che ha rilasciato a Sardegna Live.

Una sensazione in merito al dato che la vede come consigliera più votata in Sardegna?

La sensazione è piacevole. Sono contenta che per la prima volta si parli di una donna che prende tante preferenze, anche se penso che gli elettori abbiano riconosciuto più il lavoro portato avanti nel tempo che il genere del candidato.

La sua un’esperienza politica parte dal territorio, un bacino elettorale costruito negli anni, fin dall’esperienza in Comune a Sassari. Ma in questo caso la risposta arriva dall'intera circoscrizione. Come ha portato avanti la campagna elettorale?

È stata una campagna elettorale atipica perché ho continuato a fare quello fatto per cinque anni. Non ho aspettato i venti giorni prima delle elezioni per andare ad incontrare la gente. Sono cinque anni che giro il territorio, ascolto, racconto e riporto le istanze dei cittadini nella massima istituzione sarda. Per me non è cambiato assolutamente niente.

Si aspettava la vittoria della coalizione?

Ero convinta che ce la potessimo fare perché ascolto le persone e nell’ultimo quinquennio ho registrato una volontà di cambiamento del popolo sardo. Non se ne poteva più.

Quanto pesa il M5s sulla bilancia del Campo largo?

Pesa per quello che abbiamo costruito e per il lavoro che abbiamo fatto. Peserà per gli obiettivi comuni che ci poniamo e cercheremo di raggiungere.

Da domani di cosa si occuperà principalmente?

Di quello di cui mi sono occupata da quando sono a Cagliari: popolo, sanità, trasporti, lavoro, ambiente. Non cambia una virgola rispetto a quanto fatto fino a ieri.

Un commento su Paolo Truzzu. Che candidatura era?

Massimo rispetto per la persona, ma non ho molta considerazione di lui dal punto di vista politico e del suo operato. Non lo considero proprio.

Alessandra Todde vista coi suoi occhi?

Una persona assolutamente capace, libera dai vecchi sistemi politici. Una persona nuova, innovativa. Una governatrice che ha coraggio e inizierà a raccogliere le macerie che ci ha lasciato chi ha governato in questi cinque anni.

Primo presidente di Regione del M5s. Un movimento politico che a un certo punto sembrava destinato al tramonto ha dato in Sardegna un importante colpo di coda.

Io credo che non ci sia mai stato un tramonto. Ci sono state fasi difficili, ma non ho mai visto la fine del M5s. Questo è un nuovo inizio e una continuazione. Proseguiremo con la costruzione della base molto forte del Movimento che ha sempre messo al primo posto gli obiettivi da raggiungere per il proprio territorio e per il popolo.

Si parla spesso di una Sardegna "cagliaricentrica" e una Sassari che sta perdendo terreno rispetto a Olbia al nord. Il capoluogo turritano potrà dire ancora la sua nei prossimi decenni?

È vero. Credo che questa suddivisione tra sud e il resto della Sardegna esista. Non paga solo Sassari, ma interi territori – penso a Nuoro e Oristano – soffrono più di altri. Credo che una maggior condivisione e una suddivisione più equa delle risorse nei territori sia necessaria.

Gli elettori sassaresi sono chiamati alle amministrative in primavera. Come si prepara il M5s? Si può replicare l’accordo col centrosinistra anche a livello locale?

Ci stiamo lavorando. L’esperimento messo in campo a livello regionale si può ripetere nei territori specifici come quello sassarese. Siamo pronti a competere.

Se dovesse proiettarsi di qui a 5 anni e guardarsi indietro, cosa vorrebbe aver fatto per la Sardegna di concreto?

L'emergenza è ripristinare il sistema sanitario pubblico. Questa per me è la base del mio mandato. Ho lottato molto in questo senso nei cinque anni di opposizione. In maggioranza si hanno gli strumenti per intervenire. Sarà un percorso lungo, non abbiamo la bacchetta magica ma bisogna intervenire urgentemente per la soluzione reale dei problemi e garantire il diritto alla salute e alle cure dei sardi. Poi, a catena, tutto il resto: lavoro, trasporti, ambiente. Ma si inizia dalla sanità.