"Luigi ormai è diventato uomo di establishment, uomo di potere". Così Alessandro Di Battista a Accordi&Disaccordi, su Nove. "Un tempo dai giornali di sistema come Repubblica veniva sbeffeggiato, veniva considerato il 'bibitaro', ora è Luigi il sommelier". "E' cambiato - aggiunge -, è diventato un uomo di sistema, pensa alla prosecuzione della sua carriera politica, a come collocare se stesso e anche il Movimento. Dubito voglia lasciarlo, ma spostarlo sempre più al centro".

"Luigi Di Maio e i 'suoi' dopo l'elezione di Mattarella sembravano i forzisti che occuparono il tribunale di Milano. Che c'è di politico nella claque dietro? Vogliono i posti. Di Maio riceve Confalonieri, dà pacche sulle spalle a Casini, tra un po' si limona Rosato in aula... e lo fa alla luce del sole per dimostrare che c'è un cambiamento", prosegue Di Battista.

"Io oggi non trovo nessuna ragione per tornare nel Movimento 5 Stelle". E se Giuseppe Conte chiedesse una mano per le politiche del 2023? "Dipende dai programmi". "Io non mi fiderei mai del Pd, e soprattutto di Letta. Non avete il sospetto che lavori per un progetto draghiano con Forza Italia, Renzi, i centristi?" conclude.