Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, questa mattina ha reso al Senato della Repubblica le comunicazioni sugli sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina.

Nel corso dell’intervento, il premier si è rivolto ai cittadini italiani che “sono preoccupati per le conseguenze di questo conflitto”.

SICUREZZA. “Voglio dire che il Governo è al lavoro incessantemente per contrastare le possibili ricadute per il Paese. Il Ministero dell’Interno ha emanato le direttive in merito alle misure di vigilanza, a protezione degli obiettivi sensibili. Per gli aspetti legati ai controlli di sicurezza dei rifugiati, il Governo ha attivato tutti i meccanismi nazionali e di coordinamento internazionale per monitorare le potenziali minacce. Il deterioramento delle relazioni tra la Russia e l’Unione Europea e la NATO ha reso ancora più aggressiva la postura di Mosca verso l’Occidente in ambito cibernetico e di disinformazione. La Russia, infatti, ha accentuato le sue attività ostili nei confronti dei Paesi dell’Unione Europea e della NATO, con l’intento di minare la nostra coesione e capacità di risposta. È stato da noi attivato un apposito Nucleo per la Cybersicurezza per condividere le informazioni raccolte e al suo interno è stato istituito un tavolo permanente dedicato alla crisi in atto. E voglio ringraziare il Ministro dell’Interno Lamorgese, il Sottosegretario Gabrielli e tutte le forze dell’ordine per il loro lavoro a difesa dei cittadini”.

GAS. “Il governo è inoltre al lavoro per mitigare l’impatto di eventuali problemi per quanto riguarda le forniture energetiche. Al momento non ci sono segnali di un’interruzione delle forniture di gas. Tuttavia, è importante valutare ogni evenienza, visto il rischio di ritorsioni e di un possibile ulteriore inasprimento delle sanzioni. L’Italia importa circa il 95% del gas che consuma e oltre il 40% proviene dalla Russia. Nel breve termine, anche una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe di per sé comportare seri problemi.  L’Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie. La nostra previsione è che saremo in grado di assorbire eventuali picchi di domanda attraverso i volumi in stoccaggio e altre capacità di importazione. Tuttavia, in assenza di forniture dalla Russia, la situazione per i prossimi inverni, ma anche nel prossimo futuro più immediato, rischia di essere più complicata. Il Governo ha allo studio una serie di misure per ridurre la dipendenza italiana dalla Russia. Voglio ringraziare il Ministro Cingolani per il grande lavoro che sta svolgendo su questo tema. Le opzioni al vaglio, perfettamente compatibili con i nostri obiettivi climatici, riguardano prima di tutto l’incremento di importazioni di gas da alti fornitori – come l’Algeria o l’Azerbaijan; un maggiore utilizzo dei terminali di gas naturale liquido a disposizione; eventuali incrementi temporanei nella produzione termoelettrica a carbone o petrolio, che non prevedrebbero comunque l’apertura di nuovi impianti.

Se necessario, sarà opportuno adottare una maggiore flessibilità sui consumi di gas, in particolare nel settore industriale e quello termoelettrico”.

“La diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico è un obiettivo da perseguire indipendentemente da quello che accadrà alle forniture di gas russo nell’immediato. Non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un solo Paese. Ne va anche della nostra libertà, non solo della nostra prosperità. Per questo, dobbiamo prima di tutto puntare su un aumento deciso della produzione di energie rinnovabili – come facciamo nell’ambito del programma “Next Generation EU”. Dobbiamo continuare a semplificare le procedure, l'ho detto l'altra volta, lo ripeto oggi, lo continuerò a dire perché effettivamente sono il maggior ostacolo, per i progetti onshore e offshore di rinnovabili, continuiamo a farlo, continueremo a spingere su questo punto. Dobbiamo anche investire sullo sviluppo del biometano. Ma il gas rimane un utile mezzo per affrontare la transizione. Dobbiamo ragionare su un aumento della nostra capacità di rigassificazione e su un possibile raddoppio della capacità del gasdotto TAP”.