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“L’atto dell’Ats Sardegna sulla gestione dei contagiati da Coronavirus o dei casi sospetti nelle strutture socio-assistenziali è da revocare, al fine di contrastare efficacemente l'emergenza sanitaria in atto e di evitare una forte ricaduta sulla cura e assistenza di persone in difficoltà”.
A sottolinearlo, in una lettera inviata al Governatore Christian Solinas e all'Assessore alla Sanità Mario Nieddu, sono i Consiglieri regionali del Partito Democratico, che si dicono “Seriamente allarmati per gli ospiti delle strutture socio-assistenziali, persone anziane o con deficit psico-fisici che sarebbero particolarmente esposte in caso di focolaio del virus Covid-19". Nel mirino la delibera 214 del commissario straordinario dell’Ats Sardegna del 2 aprile 2020 avente per oggetto "Gestione dei pazienti con infezione respiratoria da sospetto Sars-Covid2 e dei casi Covid 19 paucisintomatici nelle strutture socio-assistenziali”.
“Le intenzioni dell’Ats per il contrasto e prevenzione della diffusione del virus si configurano come delle vere e proprie disposizioni attuative-impositive rivolte a presidi oggi inadeguati per affrontare l’emergenza e che non sono nelle condizioni di potersi riconvertire a tale funzione in tempi brevi, e che nella maggior parte dei casi non dispongono neppure di risorse economiche sufficienti da destinare – queste ancora le loro parole -. L'Ats, infatti, stabilisce che all’interno di ogni struttura socio-assistenziale deve essere individuata un’area dedicata ai pazienti trattabili in ambiente non ospedaliero e prevede addirittura la presenza di un'equipe composta da un medico generalista coadiuvato da uno specialista pneumologo o anestesista rianimatore con esperienza in ventilazione non invasiva, e da infermieri adeguatamente formati, fino a decidere unilateralmente, imponendole senza contradditorio, precise disposizioni in materia di spazi, attrezzature e dispositivi da adottare”.
“È necessario – concludono – che la Regione metta da parte gli atteggiamenti impositivi-distruttivi ed avvii, seppur con forte ritardo, il dialogo con le strutture che gestiscono la cura di anziani e persone con gravi patologie psico-fisiche al fine di concordare le modalità delle azioni da mettere in campo come forma di contrasto alla propagazione del virus, ma non certo in sostituzione del ruolo deputato ad altri presidi ospedalieri”.