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“Sulla questione del riassetto dei poteri locali Anci Sardegna si è espressa nelle scorse settimane con un documento composito e chiaro. Alla luce del dibattito che si sta sviluppando in Consiglio Regionale mi preme sottolineare poche cose anche se ho la sensazione, leggendo i giornali che la “dinamica consiliare” che si realizzerà sarà identica a quella della passata legislatura”.
A ribadirlo è il Sindaco di Bortigiadas e presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana che ribadisce: “C’è una regola fondamentale della Sardegna che mantiene insieme “indirizzi politici” e volontà popolare (esplicitatasi in due modi differenti nel referendum sardo del 2013 che aboliva le province e in quello costituzionale che le confermava in Costituzione: lo dico a quelli che “sbraitano” dicendo che le province erano state già abolite. No, erano state abolite con un referendum truffaldino le quattro “nuove” e poi confermate tutte le altre dal referendum costituzionale che puntava ad abolirle). Questa regola è lo Statuto di Autonomia e in particolare il suo articolo 43 che fu “stuprato” dal referendum che la maggioranza di allora (la sessa che governa oggi: vedi le “schizofrenie politiche”) propose con una faciloneria impressionante”.
Deiana, nel suo post su Facebook, ricorda anche cosa dice l’articolo 43 dello Statuto: "Le province di Cagliari, Nuoro e Sassari conservano l'attuale struttura di enti territoriali. Con legge regionale possono essere modificate le circoscrizioni e le funzioni delle province, in conformità alla volontà delle popolazioni di ciascuna delle province interessate espressa con referendum”.
A suo modo di vedere “Bisogna sistemare “statutariamente” la questione della Città Metropolitana di Cagliari (fatta in forma ristretta contrariamente al resto d’Italia) e bisogna consultare le popolazione”.
“Il Consiglio Regionale– prosegue Deiana – invece di “dare numeri” dovrebbe scrivere una norma procedurale e “dimensionale” dove le popolazioni si “autodeterminano. Inoltre consiglio la lettura della Sentenza della Corte Costituzionale 168/2018 che boccia la legge della Regione Sicilia che reintroduceva l’elezione diretta delle Province”.
“L’ho detto e lo ripeto: senza modifica della Legge 56 a monte– conclude – elezione diretta degli organismi provinciali non ce ne sarà. Parlare di elezione diretta oggi è un inutile passatempo che serve solo a perpetrare il potere dei Commissari che governano in barba alla volontà degli unici depositari - per legge - delle funzioni provinciali: i comuni, sindaci e consiglieri comunali”.