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Accorpamento di europee, amministrative e in qualche caso anche regionali, come per il Piemonte. Il consiglio dei ministri ha dato il via libera per l'election day che si terrà l'8 e il 9 giugno, due giorni di seggi aperti proprio per permettere un maggior afflusso di persone.
Saranno 3701 i comuni chiamati alle urne proprio quel secondo fine settimana di giugno, per un totale di quasi 17 milioni di votanti. Tra queste città ci sono 27 capoluoghi di provincia e sei anche di regione: Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza.
Nel corso del 2024 poi si eleggerà il governatore in Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Umbria. Si parte con la Sardegna, dove i cittadini voteranno il prossimo 25 febbraio. Il 10 marzo toccherà all'Abruzzo, mentre il Piemonte, dove sono chiamati alle urne circa tre milioni e 600mila elettori, sceglie l'accorpamento con l'election day l'8 e il 9 giugno. L'ultima regione ad andare alle urne, in ordine di tempo, sarà l'Umbria, in autunno.
Ancora attesa per la decisione della Basilicata che potrebbe però arrivare nelle prossime ore. A stabilire la data del voto, secondo quanto si è appreso, sarà il presidente della Regione Vito Bardi che potrebbe sciogliere a breve la riserva.
Nel decreto legge che determina la possibilità di accorpare amministrative, europee e regionali l'8 e il 9 giugno, è previsto, inoltre, anche un aumento del compenso per gli addetti ai seggi. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato il provvedimento che liberalizza anche il mandato dei sindaci per i comuni con meno di 5mila abitanti e lo porta a tre mandati per quelli tra 5mila e 15mila. Questo perché si sta registrando "un'attrattività sempre minore" per l'attività di addetto ai seggi, con una "scarsa partecipazione cui siamo spesso costretti a porre rimedio con provvedimenti d'urgenza negli ultimi giorni", ha spiegato il ministro.