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Nella giornata di ieri, divisa tra la famiglia e il lavoro per le prossime scadenze, Giorgia Meloni ha anche avuto una telefonata con Mario Draghi, si apprende in ambienti parlamentari.
La conversazione tra la leader Fdi e l'attuale inquilino di Palazzo Chigi non ha conferme ufficiali dai diretti interessati, anche se negli stessi ambienti parlamentari si parla di un colloquio cordiale nel corso del quale si sarebbe parlato anche delle prossime scadenze che riguardano le materie economiche, a cominciare dalla Nadef, in vista della preparazione della prossima Manovra economica da parte del governo che subentrerà a quello attuale.
Come informa ANSA, ieri il cofondatore di Fratelli d'Italia Guido Crosetto aveva auspicato una interlocuzione tra i nuovi eletti ed il governo attuale per creare una sinergia in grado di garantire il varo della legge di bilancio in tempi utili.
La leader di Fratelli d'Italia ha lasciato temporaneamente i riflettori ai suoi dirigenti, i capigruppo Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida, oltre al responsabile dell'organizzazione del partito, Giovanni Donzelli, a commentare il voto e rispondere ai giornalisti. E proprio Lollobrigida sembra dare la linea sulle riforme costituzionali, a partire dal presidenzialismo, ammettendo che "si può provare a migliorare la Costituzione, tenendo conto che è bella ma che ha anche 70 anni di età".
Nel frattempo Meloni ha lavorato sulla squadra di governo, in particolare i ministeri di Economia, Interno, Difesa, Giustizia ed Esteri. Circolano voci che punterebbe a piazzare almeno 14 esponenti del suo partito e allo stesso tempo gestire i rapporti con gli alleati, Lega e Forza Italia, nessuno dei due in versione dimessa. Bocche cucite però sul toto ministri: "Sarebbe prematuro e irrispettoso fare nomi", spiega Donzelli che aggiunge: "Sarebbe una sgrammaticatura a cui non ci prestiamo".
Qualche dissapore non manca con l'ex Carroccio: tanti sono rimasti stupiti, in negativo, dalla conferenza stampa grintosa di Salvini. Voci più maliziose dicono che Giorgia stia trattando con Matteo ma pure con il governatore veneto Luca Zaia, che ammette la performance deludente del partito, ma al 'capitano' potrebbero offrire un ministero.