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Chi è Ciampolillo? Impiegato pugliese, 49 anni, senatore del gruppo Misto, espulso nel gennaio 2020 dal Movimento Cinque Stelle per la mancata restituzione dei rimborsi da parlamentare. “Inventore, se così si può dire, della terapia di criocongelazione degli ulivi per salvarli dalla xylella e aspirante ministro dell'Agricoltura per sua stessa ammissione”, così lo descrive La Repubblica.
Il quotidiano, con il giornalista Alberto Custodero, lo ha raggiunto telefonicamente, per capire meglio cosa è successo due giorni fa al Senato al momento della votazione per concedere o meno la fiducia a Conte.
Ma perché ha aspettato fino alla fine per votare? Il senatore spiega: "Non ho problemi ad ammettere che sono rimasto indeciso fino all'ultimo, non era facile per me capire cosa fare. Volevo guardare come si sviluppava la votazione, cercavo di capire come stava andando il voto generale. In extremis ho deciso, ho sentito dentro di me che dovevo dare il voto per salvare il nostro Paese. E così mi sono buttato nella mischia .... Ecco, pensando al bene della nazione ho deciso di votare sì".
Alla domanda del giornalista “Si sente ora una sorta di salvatore della patria…” Ciampolillo risponde: "Nulla di tutto questo. Molto più semplicemente, ripeto, nel prendere la decisione ho preferito pensarci un momento in più, e all'ultimo ho capito che in questo momento non si può pensare a una crisi di governo, non si può anteporre gli interessi di partito agli interessi generali. Noi dobbiamo guardare con coraggio al futuro, superare le divisioni, pensare ai giovani, far ripartire le imprese, riaprire tutte le scuole. Oggi questa nostra bellissima nazione ha bisogno di un governo che operi e non di queste sceneggiate da Prima Repubblica...".