Tra i nomi dei papabili ministri, in questi giorni è spuntato anche il nome di Lorenzo Fioramonti, viceministro dell’Istruzione nel governo Movimento 5 stelle – Lega.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Fioramonti ha spiegato il suo programma per il mondo della scuola e dell’Università: “La scuola, la formazione e la ricerca devono essere al centro perché la conoscenza è il nuovo petrolio. Ma per poter rilanciare il settore bisogna chiudere la piaga del precariato della scuola, delle università e degli enti di ricerca. Quanto costerebbe? Ci vogliono investimenti sicuramente. Qualcosa abbiamo già fatto con il governo che si è dimesso”.

Fioramonti pensa che servano almeno un miliardo aggiuntivo per l’Università e due per la scuola. “Dobbiamo dare un orizzonte a scienziati e ricercatori che a 45 anni sono ancora supplenti e a quegli insegnanti che non riescono ad entrare nella scuola. I fondi si possono trovare con interventi fiscali mirati, quella che chiamo l’Iva strategica”.

Alla domanda della giornalista Gianna Fregonara “Vuole aumentare le tasse?” il vice ministro dell’istruzione ha risposto: “Servono delle micro tasse di scopo: una tassa sulle merendine, una sulle bevande zuccherate, un’altra sui biglietti aerei. Sono attività o dannose per la salute, le prime due o inquinanti. Con i soldi che lo stato ricava si fanno interventi per la ricerca o la scuola. Abbiamo calcolato che solo da questi interventi si possono ricavare 2,5 miliardi”. 

E sugli stipendi degli insegnanti, Fioramonti ha detto: “Di certo dobbiamo risolvere il problema delle classi pollaio: i miei figli vanno a scuola in Germania e lì sono 21 in classe. Spero che la sperimentazione dell’educazione civica funzioni e che riusciremo a dare la giusta importanza alle accademie e ai conservatori”.

Intanto, la lunghissima trattativa tra i capigruppo del Movimento 5 stelle e Partito Democratico sta per terminare e a breve si dovrebbero conoscere i nomi dei ministri scelti che il presidente incaricato Giuseppe Conte dovrà sottoporre al capo dello Stato.