“La situazione sanitaria che sta colpendo la Nazione e quindi la nostra Isola sta aggravando in maniera esponenziale i disagi economici che già dovevamo affrontare come Sardi. Il turismo, la ristorazione e le aziende connesse nonché l'indotto stanno subendo una drammatica riduzione dei redditi e questo provocherà a sua volta una riduzione generalizzata dei consumi innescando, se non si prendono con la massima urgenza provvedimenti finanziari seri come altri Paesi hanno fatto, un circolo vizioso di stagnazione, deflazione e povertà”.

Lo si legge in una nota firmata dagli esponenti di Fortza Paris Giovanni Nurra (Segretario Provinciale Sassari), Silvia Pazzola (Vice segretario provinciale e Segretario cittadino di Porto Torres), Marco Fidalis (Segretario cittadino Sassari), Massimiliano Lepri (Segretario cittadino Alghero), Ettore Casu (Vice segretario cittadino Alghero), Augusto Fois (Segretario cittadino Usini) e Piergiuseppe Idini (Segretario cittadino Sorso) che aggiungono: In questi giorni si vedono i primi effetti della crisi economica generata dalla pandemia e ad oggi molti, anzi moltissimi, stanno iniziando a non avere risorse per mangiare. Questo non è ammissibile in una Nazione sviluppata e dalla complessa economia come l'Italia. Non è ammissibile in una Democrazia come la nostra e con una Costituzione come la nostra”.

“I primi a soccombere – proseguono – sono i più deboli e quelli senza tutele; e tra questi, i senza tetto e  la massa di disperati che ogni giorno già si servivano alle mense dei poveri aiutati Solo dalla solidarietà dei cittadini anche attraverso il terzo settore; ci chiediamo quindi quali iniziative stiano prendendo i Comuni per far fronte ad un problema che prima che economico è di natura etica e che se non è affrontato può persino diventare di ordine pubblico”.

“Con orrore vediamo – queste ancora le loro parole – che la quantità delle somme stanziate non si può considerare sufficiente e né si può considerare congrua in base ai dati snocciolati riguardanti il numero dei poveri presenti nelle citta della Sardegna. Va da se che, vista la premessa, si devono considerare i fondi destinati ai più bisognosi insufficienti e quasi offensivi. Secondo i primi calcoli spetterebbero ad ogni cittadino considerato povero una somma vicina ai 60 euro...vi sembra voi un sussidio o un elemosina?”

“Questa drammatica situazione – ribadiscono – si è evidenziata proprio in questi giorni con gli operatori che invitavano i cittadini a stare in casa e, dall'altra parte, le troppe persone che rispondevano che una casa, un tetto, un giaciglio non lo possedevano...così come in molti non possedevano una fornello per cucinarsi almeno un piatto caldo di pasta”.

A loro modo di vedere “Questa nostra preghiera si concretizza in poche ma essenziali cose da fare subito: approntare in ogni paese coinvolto dalla crisi un dormitorio che consenta il ricovero di queste persone  seguendo le attuali regole di sicurezza; approntare un servizio di mensa per tutte quelle persone che non sono in grado di cucinarsi un pasto prevedendo l'adozione delle attuali regole di sicurezza; prevedere dei buoni convenzionati per beni di primissima necessità da distribuire alle famiglie meno abbienti”.

“Per realizzare – ribadiscono – queste poche cose bisogna coinvolgere immediatamente tutti i rappresentanti delle associazioni del terso settore settore per stabilire come risolvere queste criticità ascoltando la loro esperienza e capendo che è necessario e importantissimo programmare Adesso e non all'arrivo dei finanziamenti”.

La loro richiesta alle istituzioni è “Cosa stiano programmando per aiutare le categorie dimenticate – il terzo stato – i senza tetto e tutti i dimenticati prima che la guerra alla fame diventi guerra civile. È necessario che tutti gli interventi del caso, (buoni pasto , buoni mensa , luoghi di ospitalità per la notte) compresi quelli appena annunciati dal premier in tv, vengano approvati immediatamente e messi a disposizione in tempi brevissimi . Il quarto stato non può passare un altro giorno senza aiuti”.