Le registrazioni shock diffuse dal quotidiano "Il Riformista" e andate in onda ieri sera a "Quarta Repubblica", hanno scatenato indignazione e proteste fra gli esponenti del centrodestra. Negli audio, il giudice Amedeo Franco, relatore presso la sezione feriale della Cassazione che il 1° agosto 2013 condannò Berlusconi, ha parlato di una sentenza pilotata dall'alto.

"Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone!", in riferimento a quello che era il sentore di pensiero fra i magistrati.  "A mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia… l’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto", queste alcune delle parole del magistrato, raccontate in presenza del Cavaliere stesso.

Adesso Forza Italia chiede l'istituzione di una commissione di inchiesta e lancia in parlamento l'hashtag #veritàperberlusconi.

Uno degli avvocati difensori di Berlusconi, Franco Coppi, dice di essere "sempre stato sorpreso da quella sentenza", e prosegue: "Franco è sempre stato considerato come un giudice preparato e un galantuomo. E' evidente che si sia trovato in minoranza in camera di consiglio, una camera di consiglio dove, a sentire lo stesso relatore, non ci fu neanche discussione. Non va sottovalutato che in calce a quella decisione c'era la firma di tutti i giudici - conclude -. Cosa abbia spinto Franco a raccontare tutto allo stesso Berlusconi, questo non lo so. Una cosa è certa: una cosa del genere nella mia carriera non mi era mai capitata".

Anche Forza Italia ha scagliato l'attacco alla Magistratura sulle pagine social e tramite la voce dei suoi esponenti.

"Nell'agosto del 2013 ingiustizia fu fatta. Quella contro Berlusconi non fu una sentenza ma una esecuzione politica, molto probabilmente pilotata da chi voleva estromettere il leader di Forza Italia dalla vita italiana. Quanto emerso nelle ultime ore è di eccezionale gravità. Il leader politico dell'allora opposizione, l'uomo che per 20 anni aveva ottenuto il consenso di decine di milioni di italiani, fu prima condannato per una presunta evasione fiscale di un'azienda di cui non era amministratore, e subito dopo espulso dal Parlamento e reso incandidabile. La storia del Paese, oltre che quella personale del Presidente Silvio Berlusconi, fu manipolata. La verità, lentamente, è in marcia, ma chi risarcirà Berlusconi? Chi ridarà al Paese una stagione politica cancellata con una sentenza?". Lo afferma in una nota Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. 

"Sì, Silvio Berlusconi senatore a vita, così come ha proposto la vice presidente del gruppo azzurro al Senato, Licia Ronzulli, è l'inizio di un doveroso risarcimento. Una proposta che sanerebbe un vulnus istituzionale che le notizie di oggi hanno ancora una volta confermato". Così ha invece parlato la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Madama. 

Anche Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, ha rilasciato una nota, dove afferma: "Le rivelazioni emerse sulla stampa a proposito della condanna di Silvio Berlusconi sono angoscianti. È la conferma della persecuzione giudiziaria da noi sempre denunciata. Adesso è necessario che emerga tutta la verità per tutelare il giudizio storico sulla persona e su un leader politico che ha dato tanto al Paese, ma anche tutti i cittadini che hanno a che fare con la giustizia e i tanti magistrati che compiono il loro dovere in maniera integerrima".

Anche i leader della Lega e di FdI, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, hanno condiviso messaggi di vicinanza all'ex premier. "Dopo le intercettazioni di Palamara contro il sottoscritto, spunta un altro audio di un magistrato che ammette l'uso politico della Giustizia: solidarietà a Silvio Berlusconi per il processo farsa di cui è stato vittima. È l'ennesimo episodio che ci ricorda la necessità di una riforma profonda", ha detto Salvini. 

"Quello che è stato documentato ieri sera da "Quarta Repubblica" sulla sentenza di condanna di Silvio Berlusconi è l'ennesima prova che in Italia esiste un pezzo di magistratura che fa politica e attacca avversari politici, invece di cercare la giustizia e dare risposte ai cittadini. Fa rabbrividire l'idea che la legge non sia uguale per tutti e che ci siano giudici che utilizzino il loro potere per colpire qualcuno. È un affronto a tutti quei servitori dello Stato che ogni giorno fanno il loro lavoro e sono in trincea per difendere i diritti degli italiani. Perché senza giustizia non c'è libertà", scrive Meloni sulla sua pagina Facebook.

Non sono mancati post sui social e commenti pubblici neanche fra esponenti di altri partiti: a tal proposito ha parlato anche Matteo Renzi: "Ieri, Nicola Porro ha trasmesso uno scoop sul processo a Berlusconi. Non so quanto ci sia di vero in ciò che ieri è uscito a 'Quarta Repubblica': un magistrato della Cassazione che ha firmato quella sentenza espone dubbi molto forti sulla fondatezza giuridica di quella decisione. Non so dove sia la verità ma so che un Paese serio su una vicenda del genere - legata a un ex Presidente del Consiglio - non può far finta di nulla. Non ho mai appoggiato i Governi Berlusconi e Berlusconi non ha mai votato la fiducia al Governo Renzi (a differenza di altri governi anche di centrosinistra): quindi, per me Berlusconi è un avversario politico. Ma, proprio per questo, è doveroso fare chiarezza su ciò che esce dagli audio di quella trasmissione e nessuno può permettersi il lusso di far finta di niente".

Queste alcune delle tante dichiarazioni a seguito di una vicenda tutta da scoprire, in attesa di ulteriori chiarimenti e risvolti.