È stata presentata oggi al Consiglio regionale una proposta di legge che riguarda l’istituzione delle “Comunità energetiche”, e che vede come promotore e primo firmatario il Consigliere regionale Gian Franco Satta (Progressisti) e come sottoscrittori l’intero gruppo consiliare, e i Consiglieri Eugenio Lai (Liberi e Uguali Sardigna), Valter Piscedda e Salvatore Corrias (Partito Democratico). 

“La proposta – sottolinea Satta – mira a stimolare anche in Sardegna la produzione da fonti rinnovabili attraverso il coinvolgimento in prima persona dei consumatori finali nel processo di generazione dell’energia”. 

“Secondo gli orientamenti più recenti – aggiunge –, infatti, dovrà essere il consumatore il vero motore della transizione verso un nuovo modello di produzione e consumo di energia maggiormente sostenibile. L’utente, in questa nuova concezione, andrà a contribuire in modo attivo al soddisfacimento dei propri fabbisogni energetici e di quelli del proprio territorio di appartenenza. La massima espressione di questa moderna visione risiede nelle creazione delle Comunità energetiche, raggruppamenti in Italia attualmente normati nelle sole regioni Piemonte e Puglia”. 

“In maniera più peculiare, però, – specifica Satta – data la natura dell’Isola, con la presente proposta si cercherà di sostenere maggiormente le aree territoriali più deboli, fornendo loro uno strumento da utilizzare per combattere crisi e spopolamento. A tal proposito, nel testo è specificatamente previsto che la Regione sosterrà, nell'ambito della programmazione delle politiche regionali ed europee, quelle comunità energetiche di aree interne e svantaggiate con problemi di spopolamento e invecchiamento della popolazione”. 

A suo modo di vedere “Tra gli scopi della proposta vi è quello di favorire l’installazione di impianti stand alone “ad isola” o impianti “off grid” nelle numerose aree regionali non servite dalla rete elettrica nazionale, cosiddette utenze elettriche “isolate”. Questi casi si verificano perlopiù nelle aree rurali più distanti dai grandi poli urbani e costituiscono un grave freno allo sviluppo delle numerose aziende ubicate in agro. L’intento è quello di creare valore aggiunto nei territori attraverso l’abbattimento dei costi energetici e lo stimolo agli investimenti, con l’attesa conseguenza di rafforzare il tessuto imprenditoriale locale e favorire la permanenza o attrarre nuovi residenti nel territorio”. 

“In linea generale – conclude – , con l’applicazione della presente proposta di legge, si attendono risultati positivi e diffusi in tutta la regione come l’innalzamento del livello di concorrenza del mercato energetico, il crescere degli investimenti locali, il favorire la cooperazione locale e regionale, il coinvolgimento attivo e responsabile dei cittadini nella lotta ai cambiamenti climatici e il significativo abbattimento dei costi energetici per l’utente finale”.