PHOTO
Il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti al convegno “Il piano Nazionale di ripresa e resilienza effetti per il Piemonte e per Torino". Torino 26 settembre 2021 ANSA/TINO ROMANO
"Draghi potrebbe guidare il convoglio anche dal Quirinale". E' il parere del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, nelle dichiarazioni rilasciate a Bruno Vespa per il libro "Perché Mussolini rovinò l'Italia (e perché Draghi la sta risanando)" in uscita il 4 novembre per Mondadori Rai Libri.
"Già nell'autunno del 2020 le dissi - dichiara Giorgetti a Vespa - che la soluzione sarebbe stata confermare Mattarella ancora per un anno. Se questo non è possibile, va bene Draghi". E il governo? "Draghi potrebbe guidare il convoglio anche da fuori. Sarebbe un semipresidenzialismo de facto, in cui il presidente della Repubblica allarga le sue funzioni approfittando di una politica debole".
"Napolitano l'ha fatto dinanzi a un mondo politico spaesato", spiega il numero due della Lega. "Draghi baderebbe all'economia".
E su Salvini: Se vuole istituzionalizzarsi in modo definitivo deve fare una scelta precisa. Capisco la gratitudine verso la Le Pen, che dieci anni fa lo accolse nel suo gruppo. Ma l'alleanza con l'AfD non ha una ragione".
Per Giorgetti la svolta europeista di Salvini "è un'incompiuta". L'ipotesi di un ingresso della Lega nel Ppe "regge se la Cdu non si sposta a sinistra". "Non ci sono due linee. Al massimo sensibilità diverse. Amando le metafore calcistiche, direi che in una squadra c'è chi è chiamato a fare gol e chi è chiamato a difendere".
"Lei mi chiede - dice ancora l'esponente del Carroccio a Vespa - se io e Salvini riusciremo a mantenere un binario comune. Continueremo a lavorare così finché il treno del governo viaggia veloce, altrimenti rischiamo noi di finire su un binario morto. Il problema non è Giorgetti, che una sua credibilità internazionale se l'era creata da tempo. Il problema è se Salvini vuole sposare una nuova linea o starne fuori. Questa scelta non è ancora avvenuta perché, secondo me, non ha ancora interpretato la parte fino in fondo".
"Matteo è abituato a essere un campione d'incassi nei film western. Io gli ho proposto di essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar. È difficile mettere nello stesso film Bud Spencer e Meryl Streep. E non so che cosa abbia deciso".
"Intanto, però, la Meloni continua a mordervi il fondo dei pantaloni", scrive Vespa. "È vero - risponde Giorgetti -, ma i western stanno passando di moda. Secondo me, sono finiti con Balla coi lupi. Adesso in America sono molto rivalutati gli indiani nativi".