Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si recherà a Cagliari giovedì, alle 11 presso Villa Devoto, per firmare l'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Sardegna, come comunicato da Palazzo Chigi. Si tratta di un accordo cruciale per guidare in modo mirato e coordinato gli interventi di sviluppo sul territorio, definendo gli obiettivi da perseguire attraverso specifici interventi, anche con il coinvolgimento di diverse fonti di finanziamento.

A maggio scorso, Giorgia Meloni firmò l'Accordo con la Regione Siciliana, spiegando, durante la cerimonia, che il Governo ha deciso di approfondire la questione dei Fondi di sviluppo e coesione per contrastare le disparità territoriali presenti in Italia. Sottolineò l'importanza di utilizzare in modo responsabile risorse così preziose, evitando dispersioni.

“Quando questo Governo si è insediato - spiegò a maggio - noi abbiamo deciso di approfondire la materia dei Fondi di sviluppo e coesione, voi sapete che i fondi di sviluppo e coesione sono per eccellenza i Fondi che servono, le risorse che servono a combattere la disparità tra i territori. E noi sappiamo che l'Italia è una Nazione nella quale di divari ce ne sono diversi, quello più noto di tutti tra il Nord e il Sud, ma c'è anche quello tra la costa tirrenica e la costa adriatica, ci sono le disparità all'interno delle stesse Regioni. Abbiamo deciso di capire quale fosse lo stato di utilizzo di queste risorse, che sono estremamente preziose”.

La premier quindi sottolineò: “Il Ministro Fitto, che è competente per questa materia, come è competente per la materia del PNRR, ha incontrato tutti i Presidenti di Regione e ha fatto un approfondimento, uno studio, sullo stato d'attuazione della vecchia programmazione di queste risorse, perché queste risorse vanno avanti per cicli di programmazione. Il risultato è stato, diciamoci la verità, abbastanza avvilente. Nella vecchia programmazione dei Fondi sviluppo e coesione, programmazione 2014-2020, allo Stato, su 126 miliardi di euro disponibili, ne risultavano spesi 47".

Dunque il Governo ha avviato i confronti con i livelli istituzionali, con le Regioni. "Voglio ringraziare ovviamente tutti i Presidenti di Regione - disse Meloni - per la loro collaborazione. All'esito di questo confronto, sia sulla vecchia programmazione, sullo stato dei lavori della vecchia programmazione, sia sulla nuova programmazione, che è quella della quale stiamo parlando, abbiamo dato vita a questo decreto che si chiama Decreto Sud, che riorganizza i Fondi di coesione, istituisce gli Accordi di coesione, con alcune importanti novità".

La prima di queste novità è che con questi Accordi "noi finanziamo progetti che vengono proposti dalla Regione, ma che sono condivisi dallo Stato nazionale - precisò il presidente Meloni nel suo intervento in Sicilia -. Non c'è in questo una volontà, diciamo così, di limitare l'autonomia dei territori, c'è invece la volontà di mettere in sinergia il lavoro che fa una Regione con il lavoro che fanno le altre, cioè di costruire una strategia complessiva, perché se si costruisce quella strategia complessiva anche l'impatto del singolo intervento sul singolo territorio è un impatto decisamente maggiore. Dopodiché abbiamo previsto all'interno di questi Fondi, di questi Accordi di coesione, sia la possibilità dell'intervento dei poteri sostitutivi, quando dovessero esserci delle lungaggini, sia la possibilità del definanziamento. Perché? Perché nessun euro di queste risorse deve andare disperso. Purtroppo è accaduto e noi vorremmo che non accadesse più. Abbiamo così riformato i Fondi di coesione e abbiamo messo queste risorse in perfetta complementarità con altre risorse che ci sono, per esempio le risorse del PNRR. Non è un caso che lo stesso Ministro, Raffaele Fitto, abbia sia la competenza dei Fondi di sviluppo e coesione, i Fondi europei, del PNRR. Perché è accaduto anche questo, che noi avessimo diverse fonti di finanziamento che tra di loro non si parlavano, che in alcuni casi si sovrapponevano, risorse che anche così venivano disperse”.