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Budapest, 14 set. (Adnkronos) - Serve "una grande battaglia" per "difendere la famiglia", perché difendere la famiglia significa "difendere Dio, la nostra identità e tutto quello che ha contribuito a costruire la nostra civiltà", ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso del suo intervento in inglese al Budapest Demographic summit. "Viviamo in un periodo in cui tutto quello che apprezziamo è esposto a degli attacchi. Questo è pericoloso per la nostra identità nazionale, religiosa, familiare. Questo nuovamente richiama l'attenzione sui nostri diritti e deve far scaturire la forza per difendere i nostri diritti" perché "senza questa identità non siamo altro che meri numeri", ha aggiunto il premier.
"Oggi abbiamo l'opportunità importante di affrontare questioni chiave per l'agenda europea: famiglia e sfide demografiche. Queste sfide fanno parte del cuore della politica del governo italiano, il cui obiettivo è quello di promuovere la famiglia", spiega la premier, che poi aggiunge: "Il nostro obiettivo primario è quello di avviare un cambiamento sostanziale e culturale" sul tema della natalità.
La presidente del Consiglio ha parlato di un "sentimento nemico della famiglia" nella società occidentale. E citando i dati sul calo delle nascite ha proseguito: "Attualmente il futuro proiettato davanti a noi è molto preoccupante. Dobbiamo riflettere su come viene rappresentata oggi la famiglia, la cui immagine si è sfocata" e i cittadini vengono considerati "consumatori".
"Il declino della popolazione non è il nostro destino. Il calo del numero delle nascite non è altro che un sintomo che rende impossibile la crescita" dei paesi, ha detto ancora Meloni, secondo la quale "l'Ungheria ci dimostra che le cose possono cambiare se operiamo con coraggio. Con i suoi provvedimenti, il governo ungherese ha fermato il calo della natalità, ha aumentato il numero dei posti di lavoro e in particolare l'occupazione femminile".
"Spesso, in maniera strumentale, si sostiene che la migrazione contribuirà alla crescita delle nostre popolazioni. Io non sono d'accordo con questa narrazione. Sono convinta che le grandi nazioni debbano prendere decisioni per garantire il futuro e la sicurezza" dei loro popoli. "I migranti, se pienamente integrati, possono dare un contributo" all'economia dei nostri paesi, "ma dobbiamo essere più responsabili per noi, come cittadini europei, trovando soluzioni alle crisi del sistema europeo", ha proseguito la presidente del Consiglio, spiegando che "il declino della popolazione non è un destino, è una scelta. E non è la scelta a cui guardiamo".
"Obiettivo del governo è rimanere in carica per lunghi anni, che è una cosa rara in Italia", ha sottolineato il presidente del Consiglio che ha citato il governo di Viktor Orban, presente in platea al Museo delle belle arti, come modello di stabilità.
Poi, parlando dei recenti provvedimenti per Caivano adottati dall'esecutivo, ricorda che "ci sono stati incidenti molto gravi a Caivano, dove sembrava che lo Stato si stesse ritirando ed è stato concesso terreno libero alla criminalità organizzata. Il governo si è messo in azione a Caivano, abbiamo incoraggiato le famiglie a prendersi le loro responsabilità nell'educazione dei figli. Vogliamo garantire un ambiente più etico e libertà di istruzione".