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Beppe Grillo solleva un interrogativo sulla disparità di giudizio tra la costruzione di un inceneritore a Roma e in Sardegna in un post pubblicato su Facebook, nel quale riporta un articolo di Marco Bella incentrato sul tema delle energie rinnovabili e degli inceneritori: "Si può spiegare perché un inceneritore a Roma sarebbe inaccettabile, mentre in Sardegna va bene?".
Il caso specifico riguarda l'inceneritore di Tossilo, che dopo nove anni di fermo e 45 milioni di euro spesi, è pronto a riaprire ma si scontra con 20 criticità che ne bloccano il funzionamento, causando la disoccupazione di 22 lavoratori. Grillo si chiede se quei 45 milioni non avrebbero potuto essere investiti in modi più utili, come la creazione di posti di lavoro nel settore della raccolta differenziata, del riuso e del riciclo.
"Nove anni di fermo, 45 milioni di euro pubblici spesi, 22 lavoratori rimasti senza impiego. E ora, quando l'inceneritore di Tossilo sta per riaprire, la provincia di Nuoro blocca tutto perché ci sono ben 20 criticità. Un capolavoro. Ma davvero con 45 milioni non si potevano creare molti più posti di lavoro nella raccolta differenziata, nel riuso, nel riciclo? Perché si continua a ripetere la favola che senza inceneritori si è costretti alle discariche, quando l'Unione Europea indica chiaramente altre priorità? Una sola pala eolica potrebbe produrre la stessa energia dell'intero impianto di Tossilo, senza le sue 66.000 tonnellate di CO2 e le ceneri tossiche da smaltire. Eppure, il primo atto della giunta Todde non è stato fermare l'inceneritore, ma bloccare le rinnovabili, rendendo il 99% del territorio sardo non idoneo ai nuovi impianti".