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C'è anche il deputato cagliaritano Andrea Vallascas fra i parlamentari del M5s che non stanno più restituendo parte degli stipendi come previsto dalle regole interne al partito guidato da Di Maio.
Vallascas ha motivato la sua scelta parlando di "sciopero bianco" per protestare contro la scarsa trasparenza, promettendo che si metterà in regola qualora cambiassero i regolamenti interni.
"Non è mio uso alimentare polemiche sterili che possano pregiudicare l'immagine del Movimento, ritengo siano questioni interne che vanno risolte internamente", scrive su Facebook il 44enne grillino alla seconda legislatura. "Come avrete capito - spiega - è una forma personale di sciopero bianco, nessuna intenzione di tenermi i soldi e transitare altrove. Cerco solo di mettere in evidenza delle perplessità che già altri colleghi hanno segnalato durante le varie assemblee interne. Come testimonia la precedente legislatura, ho sempre tenuto fede ai miei impegni, restituendo sino ad oggi circa 200mila euro".
"Le restituzioni sono tali se, prendendo dallo Stato, ad esso restituiscono direttamente, come nella precedente legislatura". Ma, prosegue: "Ricordo che dal 1 gennaio 2019 si versa in un conto corrente privato, pertanto non appena avrò l'Iban del fondo statale indicato dal gruppo proseguirò con quanto pattuito durante le elezioni. Ritengo inoltre che visti gli impegni parlamentari sia necessaria una semplificazione nella rendicontazione, divenuta più complessa".
Sono 18 i parlamentari che da gennaio 2019 hanno smesso di decurtarsi lo stipendio, a fine dicembre Luigi Di Maio li ha invitati a mettersi in regola per evitare l'azione disciplinare dei probiviri. Le somme restituite dal 2019 vanno al comitato per le rendicontazioni di stipendi e restituzioni, organo istituito dallo stesso Di Maio.