“Chi parla di ‘annessione’ o ‘invasione del mare territoriale della Sardegna’ non sa di cosa parla. Lo scoop sgonfio del giornalista investigativo Mauro Pili e dei politici che lo hanno rilanciato è solo un vuoto allarmismo, infondato e strumentale. Ignorano il diritto internazionale e confondono le zone economiche esclusive con le acque territoriali”. 

Questa la risposta del deputato sardo del Movimento Cinque Stelle,Pino Cabras, capogruppo pentastelalto in Commissione Affari esteri della Camera, al leader di Unidos, Mauro Pili, dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi sul fatto che “Con un blitz senza precedenti sul piano internazionale l’Algeria si prende il mare sardo”.

“Ci tengo a precisare – ha aggiunto Cabras – che la dichiarazione unilaterale con cui l’Algeria ha proclamato la propria Zona economica esclusiva (Zee) nel marzo 2018 non ha avuto e non avrà alcun effetto concreto. La convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare parla chiaro: la definizione dei confini delle zone economiche esclusive deve essere affidata ai negoziati e agli accordi tra i Paesi interessati. Non è mica l’editto delle chiudende del 1820! Esiste l’art. 74 della Convenzione sul diritto del mare ed è l’unica via praticabile per chiunque. Pertanto, non esiste alcun pericolo. Il nostro mare non è in vendita”. 

“Chi dice – sottolinea il deputato pentastellato – che il governo a suo tempo non abbia reagito ignora o finge di ignorare che nel novembre 2018 il Ministero degli esteri si era già attivato contro la dichiarazione dell’Algeria, col cui governo sono state avviate interlocuzioni per arrivare a un’intesa che soddisfi gli interessi della Sardegna e dell’Italia nel Mediterraneo. La Repubblica italiana come tutti i Paesi sta affrontando le nuove sfide del cosiddetto ‘diritto blu’, ed è per questo che lo scorso dicembre il M5S ha depositato alla Camera una proposta di legge che mira a istituire la nostra Zee al di là delle acque territoriali”. 

“Ragionando – rimarca Cabras – al di là delle polemiche infondate, vi è la necessità di creare una governance del mare dedicata, utile sia a sostenere la cultura marittima del nostro Paese, sia a meglio coordinare tutti coloro che, a vario titolo, operano sul mare. Con la nostra proposta di legge l’Italia avrà finalmente un efficace strumento di politica estera in grado di tutelare non solo gli interessi nazionali ma anche e soprattutto preservare il mare quale bene comune in quello che è stato definito il ‘ Secolo blu’ , in cui la centralità del mare è legata tanto allo sviluppo sostenibile quanto alla gestione delle controversie”.

“Dunque, rassicuriamo Mauro Pili: il ‘Mare Nostrum’ non è in vendita e non è soggetto a nessuna annessione da parte di nessun altro Paese. Speriamo – conclude – che lo stesso avvenga per le coste sarde, che qualcuno in Regione vorrebbe svendere a un’ondata di speculatori”.