"Prima eravamo terzi, marginali e moribondi, oggi siamo il pilastro di un'alleanza che rappresenta l'alternativa. È una partita lunga, ma si è riaperta". 

Sono queste le parole del segretario del Pd Nicola Zingaretti che sottolinea come di fronte a "un centrodestra nuovo, più estremista e più pericoloso", i dem devono "far partire una nuova fase di sviluppo coniugandolo con l'equità e la giustizia sociale. Salvini si è radicato puntando tutto sulla domanda di giustizia. Il Pd deve offrire una ricetta diversa basata sullo stesso bisogno". 

Per farlo, dice in un'intervista a Repubblica, "ci vuole un nuovo programma per il Paese; un'alleanza larga, ancora più larga di quella che abbiamo messo in campo alle Europee; una fase costituente per rinnovare e riformare il Pd che così come è oggi è troppo gracile". 

"La vittoria della destra, unica nelle sue proporzioni dal dopoguerra a oggi, è molto preoccupante. Occorrerà prendere le misure a questo fenomeno", osserva Zingaretti. "Però io vedo anche delle forti oscillazioni nell'elettorato, una mobilità da valutare con attenzione. Siamo il primo partito in molte città: Milano, Genova, Bari, Firenze, Roma, Cagliari, Bologna. Mentre alle Europee la Lega vola vinciamo le amministrative al primo turno a Bergamo, Modena, Pesaro, Firenze e Bari. Anche Lecce. Un anno fa eravamo morti, inutili, definitivamente fuori dal sistema, oggi non è più cosi". 

"Alle amministrative il Pd sta intorno al 28%. Se lo sommiamo ai voti della Bonino e dei Verdi, la coalizione è sopra il 30. Dopo 12 mesi di buio quindi il tema è come mettere in piedi un'alternativa che esiste"; rimarca Zingaretti. "Adesso dovremmo essere contenti di essere vivi. Stiamo uniti, non dividiamoci per cortesia. Mettiamoci pancia a terra per vincere i ballottaggi".

Nei governi "Salvini fa il leader, comanda lui. Lo fa con una maggioranza che non è la sua, dove i parlamentari dei 5 stelle alla Camera e al Senato sono quasi il doppio di quelli della Lega, e vedremo quanto può durare questo gioco al massacro", conclude Zingaretti.