Portare la legge elettorale della Sardegna all'esame della Corte Costituzionale e correggere l'atto di proclamazione degli eletti alle regionali del 24 febbraio scorso con la conseguente nuova composizione dell'Assemblea sarda. Punta a questo uno dei ricorsi che saranno discussi al Tar mercoledì 26 giugno, promosso dai Comitati sardi per la democrazia costituzionale e dal Comitato d'iniziativa costituzionale e statutaria rappresentati dall'avvocato costituzionalista Andrea Pubusa. Gli altri riguardano l'attribuzione dei seggi e la raccolta delle firme.

Tra le censure mosse all'attuale legge elettorale sarda e illustrate oggi dallo stesso Pubusa con il portavoce dei comitati Marco Ligas, spiccano il premio di maggioranza eccessivo, soglie di sbarramento troppo alte, la mancata elezione del terzo candidato alla presidenza, il pentastellato Francesco Desogus - nonostante siano entrati in Aula sei M5s - e l'insufficienza della disciplina sulla parità di genere che ha portato all'elezione di sole 8 donne "Il solo fatto che il Tar rimetta gli atti alla Corte Costituzionale indurrà il Consiglio regionale a fare una nuova legge elettorale - spiega Pubusa - in questo caso infatti la Corte non si potrà pronunciare su un ricorso che riguarda una legge non più prevista. In questo modo, quindi, l'Assemblea salverebbe se stessa, e chi ha interesse salverebbe il proprio seggio".

Il dispositivo dei giudici amministrativi potrebbe essere depositato il giorno dopo la discussione del ricorso, cioè giovedì 27, mentre la motivazione della sentenza può essere pubblicata entro i successivi dieci giorni. Tuttavia, per esigenze relative alle notifiche, il Tar potrebbe rinviare a dopo l'estate la decisione, al massimo entro l'autunno.