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A caccia del voto degli indecisi, che - assicura - sono ancora il 42%, il leader del Pd Enrico Letta fa tappa in Puglia e lancia la ricetta Dem per il Mezzogiorno. Del resto - chiarisce il segretario - "questa è una Regione in cui i sondaggi dicono che i collegi uninominali sono contendibili. Sono qui anche per dare la spinta ai nostri candidati perché sui collegi uninominali della Puglia si giocherà una sfida importante".
E, per provare a conquistare consenso nel Mezzogiorno, il Pd mette nel mirino in particolare M5s che ha da sempre al Sud un grosso bacino elettorale. Conte - si osserva dalle parti del Nazareno - continua a vendersi il reddito di cittadinanza che non potrà mai tutelare. Correndo da soli, infatti, i pentastellati hanno poche chances di arrivare al governo.
"Solo votando Pd - esplicita la senatrice Dem Valeria Valente - si può salvare il Reddito di che la destra vuole cancellare". "Il Reddito di cittadinanza - sottolinea Letta - va mantenuto ma riformato" per "essere più efficaci sul tema della disoccupazione oggi così forte".
I Dem, d'altra parte, puntano molto sul tema dell'occupazione. Nel loro patto per il rilancio del Sud, in quella Carta di Taranto, siglata e presentata dal segretario oggi, si parla, dell'assunzione di 300mila dipendenti della p.a. entro il 2024, con un piano che porti a 900mila entro il 2029.
Numeri sui quali il segretario Dem si attira le critiche di Lega e Azione. Ha candidato al Nord Cottarelli l'uomo della spending review - attacca Roberto Calderoli - e ora "spara queste cifre miracolistiche", forse "doveva candidare Cetto La Qualunque". "E' una dichiarazione delirante", commenta Carlo Calenda aggiungendo: "Io Letta non lo riconosco più".
Sono cifre - è la replica del Nazareno con Marco Meloni necessarie "per la gestione dei programmi delle riforme, a partire dal Pnrr". Riforme, necessarie, è l'altro il messaggio che viene dal Pd con la presentazione del piano del Sud, per evitare un'Italia a due velocità. "L'Italia è una - attacca Letta - mentre la Lega ha deciso di ritornare all'idea originaria di una Italia differenziata in cui c'è un nord che va per conto suo e lascia al Mezzogiorno le briciole". "Da qui - dice in un altro passaggio - lanciamo la sfida alla Lega di Salvini: noi non renderemo possibile un nuovo scippo al Mezzogiorno".
Il leader del Carroccio - "che dovrebbe chiedere scusa agli italiani sul caro bollette per aver fatto cadere il governo Draghi" - è avvertito. "Per me è fondamentale un messaggio - rincara la dose Francesco Boccia, il responsabile Enti Locali della segreteria Dem - il Sud non può essere terreno di scorribande della destra. Matteo Salvini si è candidato qui capolista al Senato per rubare un seggio ai pugliesi e per regalare a qualche amico di Pontida, a qualche celtico, un seggio al Nord ma i pugliesi non sono fessi, non si faranno raggirare. E lo stesso vale per Meloni che si è candidata qui per regalare un seggio a qualche suo compagno di partito del Lazio". Ma le stoccate alla leader di FdI non mancano nemmeno dal leader del Pd che la incontrerà domani nel faccia a faccia su Corriere.tv. Se diventasse premier - dice Letta - sarebbe comunque una presidente del Consiglio che "porta avanti politiche maschiliste".
"Temo l'inadeguatezza di Meloni al governo", dice invece. a proposto della leader di FdI, Giuseppe Conte. Il presidente M5s, oggi torna - tra l'altro, attirandosi qualche critica - a prendersela con il premier Draghi. "Cosa ha fatto Draghi di buono? - si chiede - ll Pnrr completato, con le riforme strutturali. Ha portato avanti e completato il piano vaccinale da noi avviato. Un bravo scolaro? Non ho detto questo ma ha comunque completato un percorso già avviato da noi". A difendere il premier con un tweet al vetriolo il presidente di Iv Ettore Rosato: "Quando Conte parla di Draghi mi ricorda la Castelli che dava lezioni di economia a Padoan..".