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Le pagine ufficiali di CasaPound e Forza Nuova e decine di account vicini ai movimenti di estrema destra oscurati su Facebook e Instagram. Pugno duro contro gli esponenti nazionali, regionali e provinciali dei partiti che non avrebbero rispettato le regole dei social network di Zuckerberg. "Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram - spiegava un portavoce all'indomani del provvedimento -. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia. Gli account che abbiamo rimosso oggi violano questa policy e non potranno più essere presenti su Facebook o Instagram".
Fra gli esponenti finiti nel mirino anche Luca Sardara, responsabile di CasaPound Cagliari, che spiega: "Il movimento ha diffidato Facebook e tramite l'avvocato Guido Colaiacovo chiede la riattivazione della propria pagina, cancellata il 9 settembre, altrimenti farà causa".
Secondo il responsabile cagliaritano esisterebbero precedenti che fanno ben sperare come quello relativo a una causa "vinta a Pordenone da un privato, al termine della quale si stabilì che Facebook non può disattivare i profili e le pagine in base a violazioni presunte ed evidenziate senza alcun contraddittorio. Noi non pubblichiamo mai nulla che inciti al razzismo - sostiene Sardara -. Sono state censurate anche le pagine di Sol.Id e La Salamandra, rispettivamente l'associazione di volontariato internazionale vicina a CasaPound e il nostro gruppo di protezione civile. Mi domando che tipo di incitazioni all'odio possano aver riscontrato in quegli spazi".
L'esponente sardo di CPI incalza "Quello che è successo va contro ogni idea di democrazia. E' desolante vedere la sinistra esultare perché una multinazionale americana ci ha bloccato sui social così come loro vorrebbero fare sul piano politico. Credo che Facebook, pur essendo una società privata, conta talmente tanti utenti nel mondo e influenza in maniera così importante le opinioni che i suoi meccanismi andrebbero regolamentati dallo Stato".
"Noi ci siamo presentati ad elezioni e abbiamo sempre agito nel rispetto delle leggi - conclude Sardara -. Nonostante l'oscuramento continuiamo a essere attivi su altri social come Instagram (dove nonostante la manovra di censura qualche account si è salvato), Twitter e soprattutto nelle nostre sedi fisiche, dove portiamo avanti i nostri progetti e iniziative a sostegno dei cittadini. Invitiamo per questo chi volesse conoscerci a venire a trovarci a Cagliari nella sede di via la Nurra e nella libreria di via Cervi".