PHOTO
Un futuro in tv? "Non so nulla, Sky ha una proposta? Scherzi a parte, mi stanno arrivando tante proposte, per ora sono orientato a restare nell'ambito della politica". Così Rocco Casalino, ospite de L'Intervista di Maria Latella su Skytg24.
Alla domanda se, come altri portavoce prima di lui, potrebbe mai candidarsi, "sono molto schietto: credo di aver servito lo Stato, ho imparato tante cose, il flusso naturale sì, potrebbe essere in Parlamento". Ma sulla candidatura "ho un po' il panico, soffro il giudizio", ammette.
"Forse l'unico problema - dice poi incalzato sul suo ruolo da portavoce - è che mi sono fidato, alcuni giornalisti li conoscevo da 5-6 anni, li trattavo con confidenza, con scherzo, a volte con leggerezza. Quando sono arrivato a P. Chigi erano gli stessi giornalisti, per me degli amici. L'errore più grande è stato quello di non rendermi conto che non potevo mandare audio con leggerezza ad esempio, perché tutto veniva usato contro di me o contro il presidente. Alcuni, non tutti, sono stati terribili con me".
Casalino ammette anche la sua amarezza per gli attacchi subiti dai media. Si toglie un sassolino dalla scarpa col Corriere della Sera, "trattato sempre coi guanti, sarà che venivo da Milano. Io non volevo riconoscenza, ma ho letto un pezzo così cattivo in un giorno che per me era comunque un giorno di dolore", dice riferendosi al giorno in cui ha lasciato Palazzo Chigi.
E a Latella, che gli contesta di aver ignorato molto spesso le chiamate dei cronisti e di avere avuto un suo inner circle, "io ricevevo anche 800 sms al giorno, alle due di notte, ma anche alle 4 di mattina. Un flusso di informazioni infinito". Sulla sua presunta arroganza, "io gioco - assicura - non avevo in realtà questa arroganza, usarla è anche un modo per difendermi dai pregiudizi, contro di me c'era un certo snobbismo. Anche quando è girata la voce di un mio libro, spesso commentavano: 'ma perché Casalino fa un libro???'.