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È arrabbiato, furente, per gli stracci che volano tra i suoi e finiscono dritti sui giornali. A quanto apprende l'Adnkronos da autorevoli fonti, ieri Beppe Grillo avrebbe espresso tutto il proprio disappunto con diversi esponenti M5S. Per i toni usati e per i titoli che parlavano di una possibile "espulsione" di Luigi Di Maio. Una guerra interna che non piace al garante del Movimento: "Così ci biodegradiamo in tempi record", si sarebbe sfogato il fondatore dei 5 Stelle.
Il termine espulsione usato contro l'ex capo politico e attuale ministro degli Esteri lo avrebbe mandato su tutte le furie: per Grillo, spiegano le stesse fonti, le 'punture' di Di Maio andavano ignorate, non cavalcate in tempi comunque complessi come non mai per il Movimento. Grillo, giovedì atteso a Roma, già nei giorni scorsi aveva fatto trapelare nervosismo per la questione 'morosi', ovvero per la mancata restituzione di parte delle entrate dei parlamentari, altra regola aurea -assieme a quella del limite del due mandati- che per il garante del M5S non si può ignorare.
Ora la guerra sui giornali, senza esclusione di colpi, e con alcune dichiarazioni -vedi l'intervista di Riccardo Ricciardi su Di Maio bollato come 'corpo estraneo'- che Grillo fatica a mandar giù. Quanto al dossier Ucraina, assicurano fonti vicine al leader Giuseppe conte, i contatti tra Grillo e l'ex premier sarebbero continui, concordi sulla necessità di una de-escalation militare e su una riflessione che coinvolga il Parlamento su nuovi invii di armi a Kiev.
L'attesa per l'arrivo di Grillo sale tra Camera e Senato, anche perché in molti confidano che questo nuovo blitz possa sciogliere una volta per tutti i dubbi sulla regola del limite ai due mandati, che Conte ha per ora messo in freezer. Il fondatore e garante del Movimento, che sulla questione è intervenuto venerdì scorso con un post sul suo blog in cui ha ribadito la ratio di una regola aurea del Movimento, sembra aver aperto spiragli per una possibile soluzione. Che potrebbe essere trovata nel cosiddetto principio di 'rotazione', ovvero consentire a chi ha già due mandati alle spalle di candidarsi ad altre cariche pubbliche, leggi Parlamento europeo e Regioni.
Era stato lo stesso Grillo a scherzare coi suoi nei mesi scorsi sulla questione, incitandoli con la solita ironia a non mettersi di traverso: "dai che guadagnate anche di più...", lo sfottò usato con alcuni fedelissimi, come riportato dall'Adnkronos. Ma in realtà, chi è davvero vicino al garante del Movimento assicura che a Grillo neanche l'espediente del 'due più due' andrebbe giù, convinto di dover preservare la regola dei due mandati -cara anche a Gianroberto Casaleggio- a oltranza, senza deroghe di sorta. Ma un punto di caduta va trovato, ne va della tenuta stessa del Movimento. Su cui, tra l'altro, l'ascendente di Grillo sembra essersi in parte 'offuscato' per via del contratto stretto col Movimento sulla comunicazione, dietro compenso: molti parlamentari non lo hanno infatti mandato giù.