Roma, 27 set. (Adnkronos) - “I numeri della Nadef confermano purtroppo quanto il governo ha negato per mesi: l’economia si è fermata e le prospettive per il 2024 sono nettamente peggiori rispetto alle previsioni del Def. In questo quadro difficile la Nadef delinea una politica economica debole e del tutto inadeguata. La coperta è corta, ma le scelte fallimentari del primo anno di governo - tredici condoni fiscali in meno di dodici mesi e la rinuncia a qualunque iniziativa seria di revisione della spesa - hanno contribuito ad accorciarla ulteriormente". Così il responsabile economico del Pd Antonio Misiani.

Per l'esponente dem, "servirebbe una reazione decisa, a fronte del rallentamento dei consumi e degli investimenti. La risposte del governo è invece una manovra rinunciataria, minimalista, finanziata in gran parte a deficit e assolutamente non in grado di rilanciare gli investimenti e sostenere i consumi. Come Pd siamo fortemente preoccupati. In assenza di scelte politiche all’altezza delle necessità - una legge sul salario minimo, misure per favorire il rinnovo dei contratti di lavoro scaduti, interventi per contenere la dinamica degli affitti, dei carburanti e delle bollette - la pur necessaria proroga del taglio del cuneo fiscale non basterà difendere il potere d’acquisto dei redditi".

"Sanità, scuola e trasporto pubblico hanno urgente bisogno di risorse aggiuntive e la qualità della prossima manovra di bilancio dipenderà in misura determinante dai fondi che il governo destinerà a questi settori. Notizie sconfortanti, infine, arrivano sul fronte del PNRR, la cui attuazione è decisiva per fare ripartire l’economia. La riduzione da 69 a 51 degli obiettivi da conseguire entro fine 2023 decisa dal governo conferma il rallentamento di tutta la macchina del Piano. Rimane aperto, in questo quadro preoccupante, il nodo dei fondi alternativi da garantire per i progetti che il governo ha definanziato con la proposta di revisione presentata a Bruxelles: opere per 16 miliardi di euro, quasi tutte di competenza dei comuni, che rischiano di fermarsi, con conseguenze molto negative per l’economia del Paese”, conclude Misiani.