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Dopo le accuse di ieri sera sulla sua pagina Facebook, oggi la Consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Desirè Manca, ha rincarato la dose con la richiesta dei provvedimenti.
“Storie di straordinaria violenza in commissione. Ieri pomeriggio – ha sottolineato la Manca – durante l’occupazione dell’aula da parte della minoranza sono stata violentemente e volgarmente attaccata dal decano del Consiglio regionale, l’onorevole Giorgio Oppi”.
“Il collega mi ha apostrofato dandomi della tonta e della stronza, dicendomi che non rappresentavo nulla e che dal nulla arrivo e nel nulla devo tornare. Ma la parte peggiore sono stati i commenti sessisti sul mio aspetto, sul fatto che a suo avviso dovrei coprirmi financo a suggerire un cambio di pettinatura. L’Onorevole Oppi ad un certo punto – queste ancora le sue parole – non riuscendo nell’intento di spaventarmi attraverso la violenza del suo attacco, ha fatto un gesto repentino, come se stesse cercando un oggetto da poter afferrare e lanciare contro la mia persona. Una vera e propria minaccia di aggressione fisica”.
“L’onorevole Oppi è stato bloccato altrimenti mi avrebbe lanciato qualcosa contro – ha aggiunto la Manca -. È stato fermato davanti a decine di testimoni, eppure, quello che sconvolge, è che nessun esponente della maggioranza abbia menzionato e denunciato quanto realmente accaduto. Nessuno ha denunciato questo violentissimo attacco contro la mia persona. Il consigliere Saiu in particolare, ha dichiarato che gli esponenti della maggioranza sono dovuti intervenire perché si è rischiatala rissa, senza evidenziare, anzi tacendo proprio, il motivo per cui si stava rischiando che la situazione degenerasse. Non ha fatto alcun cenno al violentissimo attacco di Oppi nei miei confronti, al punto che qualcuno è dovuto intervenire per fermarlo”.
“Ho presentato – così la Manca – una richiesta di intervento urgente del presidente del Consiglio, il quale in base all'art. 63 comma 6 del regolamento interno può vietare la partecipazione alle sedute delle commissioni ai responsabili di fatti gravi accaduti in consiglio, ma non in aula. Ad esempio nel caso in cui un consigliere minacci o provochi tumulti nei confronti di un collega, come nel caso specifico che mi riguarda”.
“Da quando frequento la politica – cha concluso – ho subito diversi attacchi, ma una violenza sessista, misogina e volgare come quella di ieri, che nessuna persona, uomo o donna, dovrebbe subire mi fa capire che sto andando nella giusta direzione. Sono certa che questa non sarà l’ultima volta, ma se veramente credono di spaventarmi urlando e sbavando stanno perdendo il loro tempo. Se cercano di fermarmi con la violenza non ci riusciranno”.