Nella giornata di ieri, il Consigliere regionale Gianfranco Satta (Progressisti) ha presentato una mozione, sottoscritta oltre che dal suo gruppo anche da Partito Democratico e Liberi e Uguali Sardigna, per garantire alla totalità dei pazienti diabetici sardi l’assegnazione dei nuovi dispositivi che evitano il ricorso alla puntura per la misurazione della glicemia. 

“In Sardegna – dichiara Satta –, i numeri complessivi associati al diabete presentano uno scenario allarmante: su una popolazione di 1.658.138 abitanti, ben 110.000 persone sono diabetiche. L’Isola paga un prezzo altissimo al diabete mellito, infatti è la Regione che presenta il più alto numero annuale di nuovi casi di diabete di tipo 1, con un’incidenza del diabete infanto-giovanile di oltre 50 casi per 100.000 abitanti (nella fascia d'età 0-30 anni), mentre nel resto d'Italia i nuovi casi annuali registrati si aggirano intorno a 6-7 per 100.000 abitanti. Nel resto del mondo, questi numeri vengono raggiunti solo dalla Finlandia. 

“Ogni anno in Sardegna – queste ancora le sue parole – si hanno circa 700 nuovi casi di diabete tipo 1, che è quello che richiede almeno quattro somministrazioni giornaliere di insulina per la sopravvivenza. I soggetti diabetici, come risaputo, devono monitorare costantemente la loro concentrazione di glucosio nel sangue per capire quale farmaco o dose di insulina sia meglio adottare. Questo, che spesso ha luogo varie volte al giorno, di norma avviene mediante l’analisi di una goccia di sangue ottenuta attraverso la puntura di un dito. Questa operazione, tra le diverse problematiche causate, tende addirittura dopo anni a far perdere la sensibilità delle dita”. 

“Considerato – rimarca il Consigliere regionale – che attualmente sul mercato risultano essere disponibili nuovi dispositivi che consentono di misurare la glicemia evitando di “pungersi”, e che in taluni casi l'ATS ha prescritto l’utilizzo di tale apparecchio, si ritiene che il nuovo sistema debba essere messo nella disponibilità di ogni paziente diabetico”. 

“Questo nuovo metodo – conclude Satta –, che facilita sensibilmente il controllo dei valori glicemici, permetterebbe un miglior monitoraggio della malattia e soprattutto, nel caso dei pazienti più piccoli, diminuirebbe l’impatto fisico e psicologico sui bambini in quanto i genitori potrebbero monitorare i valori anche durante la notte”.