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"Siamo costretti a introdurre misure che prevedono ulteriori restrizioni dal 21 dicembre al 6 gennaio". Cos' il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza convocata per illustrare le misure previste dal decreto Natale e dal nuovo Dpcm. "La strada per la fine della pandemia è ancora lunga - ammette Conte -, dobbiamo scongiurare il rischio di una terza ondata che potrebbe arrivare già in gennaio, potrebbe essere non meno violenta della prima e della seconda ondata".
"Continueremo ad applicare il sistema delle zone rosse, arancioni e gialle - afferma il premier -. Si sta rivelando efficace, ci permette di dosare gli interventi e di adottare misure ben differenziate su base territoriale. Le misure sono adeguate al rischio effettivo dei territori senza inutili penalizzazioni. Nel giro di appena un mese abbiamo piegato la curva dei contagi portando l’indice Rt a 0,91, sotto 1. Negli ultimi giorni registriamo un calo di ricoveri anche nelle terapie intensive, è ragionevole prevedere che nel giro di un paio di settimanale, in prossimità delle festività natalizie, tutte le regioni saranno gialle. Stiamo evitando un lockdown generalizzato come quello di primavera che sarebbe stato molto penalizzante".
"C’è un aspetto però che non ci consente distrazioni. Sono in arrivo le festività natalizie, se le affrontassimo con le misure proprie delle aree gialle, sarebbe inevitabile un’impennata della curva di contagio. Per questo siamo costretti a introdurre misure che prevedono ulteriori restrizioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. La strada per la fine della pandemia è ancora lunga, dobbiamo scongiurare il rischio di una terza ondata che potrebbe arrivare già in gennaio - conclude -, potrebbe essere non meno violenta della prima e della seconda ondata".