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Dopo lo scontro con la Francia in merito alla nave Ocean Viking, le richieste del governo Meloni all'Ue prevedono una stretta sulle Organizzazioni non governative e un meccanismo di ricollocamento degli sbarcati che lasci poco spazio alla volontarietà degli Stati membri.
Come riporta Tg Com 24, il piano del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, è quello di rafforzare gli accordi bilaterali per i flussi e i rimpatri: qualora le Ong non firmassero e rispettassero un codice di condotta per entrare nelle acque italiane, andranno incontro a confische e sanzioni.
Le Ong che vorranno attraccare nei porti italiani dovranno dimostrare di aver soccorso imbarcazioni in serio e comprovato pericolo. In caso contrario sarà negato l'approdo e, se la nave violerà il divieto, andrà incontro a una sanzione amministrativa fino al sequestro dell'imbarcazione stessa.
Mercoledì il ministro Piantedosi riferirà in Parlamento sullo scontro diplomatico con la Francia: la tesi italiana è che Roma non aveva emesso alcun divieto per la nave Ocean Viking, mentre è stata la Ong a decidere di dirigersi verso la Francia, non avendo ottenuto risposta alla richiesta di porto sicuro.
Il governo Meloni sembra dunque voler ripartire dai decreti sicurezza firmati quattro anni fa dall'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini, con l'attuale capo del Viminale che invece era capo di gabinetto.
Le multe per le Ong potrebbero arrivare fino a un milione di euro, con sequestro della nave utilizzata per il soccorso e il trasporto dei migranti.
L'Italia preme inoltre per la revisione di accordi sul ricollocamento dei richiedenti asilo che finora non sono state rispettate e il governo avanzerà la richiesta di un "piano per l'Africa" e un impegno formale a sostenere gli Stati di partenza dei migranti con progetti di sviluppo sostenuti dalle organizzazioni internazionali.
Un altro punto fondamentale è il dialogo con le istituzioni europee e con gli Stati membri, a partire dalla Francia. Pena un possibile isolamento dell'Italia in ambito Ue, come paventato dalla stessa Giorgia Meloni.